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Июнь
2022

Livorno, Il Vernacoliere e la locandina sul sesso che fa infuriare le donne ucraine: «Sono solo satira e umorismo»

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Livorno, Il Vernacoliere e la locandina sul sesso che fa infuriare le donne ucraine: «Sono solo satira e umorismo»

«Lavoriamo, siamo oneste, abbiamo delle responsabilità e poi veniamo offese così - alza la voce una delle badanti che hanno lanciato la protesta, Alina Ivanova, 58 anni - in oltre vent’anni a Livorno non mi sono mai sentita così umiliata»

Livorno. Altro che politicamente corretto. Dopo la chiesa, Salvini e Meloni, solo per fare qualche esempio, stavolta lo sdegno per la locandina del Vernacoliere arriva dalla comunità ucraina di Livorno. «Ci sentiamo offese, è una vergogna», dicono le badanti ucraine dopo aver letto quel titolo su una connazionale che risveglia sessualmente un anziano. «È satira, non pretendiamo che possa esser capita da tutti», replica Mario Cardinali, fondatore e direttore dello storico mensile livornese.

Le badanti ucraine hanno raccolto delle firme chiedendo «che la locandina venga eliminata». «Oltre al pensiero delle nostre famiglie che si trovano in una situazione drammatica per la guerra - si legge nella lettera - non ci sembra giusto subire anche una satira offensiva e lesiva della nostra dignità».

«Lavoriamo, siamo oneste, abbiamo delle responsabilità e poi veniamo offese così - alza la voce una delle badanti che hanno lanciato la protesta, Alina Ivanova, 58 anni - in oltre vent’anni a Livorno non mi sono mai sentita così umiliata».

Cardinali non ritirerà la locandina («mi sembra ovvio...») e interviene: «Non fossero stati invasi dai russi, gli ucraini sarebbero rimasti per noi un popolo perlopiù di badanti – come le definisce l’opinio communis – venute in Italia a sudarsi il pane nell’assistenza agli anziani. Ora non più. Da quando sono vittime dell’imperialismo russo e da quando la loro resistenza agli invasori putiniani li ha trasformati in “eroi”, su quel popolo martoriato si è riversata un’attenzione mediatica che nessun altro popolo vittima d’invasione imperialista (Serbia, Afghanistan, Iraq, Libia...) aveva ricevuto. Un’attenzione quotidiana, martellante, e non solo finalizzata all’accoglienza dei profughi e alla doverosa assistenza per chi soffre, ma intesa anche per certi versi a una specie di sacralizzazione di quel popolo. Fino a far immaginare alla satira del Vernacoliere, dissacrante com’è la decostruzione satirica, la possibilità per quel popolo anche di far miracoli. Come appunto fa la badante, e rieccoci all’opinio communis, che impone le mani sul capo di un anziano e ne risveglia il perduto vigore sessuale. Nessun intento di sbeffeggiare un nobile lavoro, nessuna voglia di offendere dignitose lavoratrici. Solo un po’ di satira e d’umorismo, in un vernacolo già di per sé irrispettoso di convenienze e di politically correct. Le nostre sincere scuse, comunque, a chi si è sentito offeso».




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