Pisa, si apre il caso D’Angelo: perché Knaster ora ha voglia di cambiare. C'è un poker di sostituti
La società tace ed è in arrivo in città il patron nerazzurro al quale i risultati del mister della promozione in B non bastano più
PISA. Con tutta probabilità l’assalto al cielo della serie A ripartirà con un nuovo allenatore. La conferma di Luca D’Angelo sulla panchina del Pisa per la quinta stagione consecutiva è infatti appesa a un filo. Nessuna ufficialità da parte del club nerazzurro ma da quanto trapela le strade del Pisa e del tecnico pescarese sono destinate a dividersi.
Il patron Alexander Knaster, che detiene il 75% del club dal 20 gennaio 2021, dovrebbe arrivare a Pisa domani, stando all’indiscrezione data da Gianluca Di Marzio, e detterà la linea sul futuro della squadra. Un futuro che sembrava delineato e in linea con il recente passato, come aveva dichiarato il presidente Giuseppe Corrado che nei giorni scorsi aveva dato per scontata la conferma di D’Angelo, e che invece si appresta a disegnare nuovi scenari. Tutto lascia pensare che il primo cambiamento riguarderà la guida tecnica. Dalla società per ora tutto tace. Se si deciderà di cambiare bisognerà risolvere subito la situazione contrattuale con D’Angelo che è legato al Pisa fino al 2023. Il tecnico finora non si è incontrato con Knaster dopo il termine della stagione. Il patron nerazzurro incontrerà i dirigenti e i soci di minoranza, ricordiamo che i Corrado hanno il 25% delle quote, e poi deciderà il piano per cercare di fare meglio della stagione appena terminata. Fare meglio significa andare in serie A.
Non c’è niente che sia per sempre, cantavano qualche anno fa gli Afterhours, e sicuramente il calcio italiano non fa eccezione. D’Angelo con i suoi quattro anni a Pisa è stato l’allenatore più longevo dell’ultima B, nulla se pensiamo che in Inghilterra gli allenatori durano sulla stessa panchina anche 27 anni come Sir Alex Fergusson al Manchester United o 22 anni come Arsene Wenger all’Arsenal. I risultati di questi quattro anni sono stati ottimi: una promozione in B, i playoff sfiorati, il consolidamento della categoria e una promozione in A svanita ai titoli di coda con quella traversa di Puscas che continua a rimbombare nella testa dei tifosi.
Probabilmente il magnate americano ha voglia di cambiare ed è normale che sia così, essendo quello che comanda e che ci mette i soldi.
La così detta squadra di Trieste, con D’Angelo in panchina e Roberto Gemmi diesse, oggi al Cosenza, sta esaurendo il suo ciclo. Nell’ultima stagione sono rimasti sei giocatori di quella squadra. Due soli titolari inamovibili e che comunque sono trai i gioielli più richiesti, ovvero Birindelli e Marin, mentre De Vitis, Gucher e Masucci hanno avuto un minutaggio inferiore rispetto al passato e un ruolo non da primattori, pur rimanendo parte integrante del gruppo e preziosi all’occorrenza. Di Quinzio invece, rientrato dall’Alessandria, ha giocato appena sei partite.
Quella che inizierà domani sarà una settimana fondamentale per il futuro del Pisa. Di certo c’è la volontà della proprietà di puntare in alto, i progetti dello stadio e del centro sportivo restano fondamentali anche per la crescita della squadra, ma adesso bisogna fare le cose in fretta e scegliere subito se andare avanti con D’Angelo o voltare pagina. Ma non solo. Il campionato inizia il 12 agosto e tra tre settimane la squadra va in ritiro a Rovetta. Vanno decise le strategie di mercato, a cominciare dal fatto se puntare o meno su Lorenzo Lucca e dare un altra chance a Yonathan Cohen, entrambi hanno contratti fino al 2026, che sono stati i giocatori più cari del mercato. E poi decidere se riscattare Torregrossa, Puscas e Benali e fare un tentativo con la Juventus per Beruatto. È necessario fare presto e bene. Per far nascere un grande Pisa.
Un poker di sostituti. Anche se il mister in carica non vuole andare via
Non è ancora stata presa una decisione definitiva sul futuro di Luca D’Angelo a Pisa che è già scattato il toto-allenatore. Una consuetudine talvolta frettolosa ma che fa parte del mondo del calcio. Senza dimenticare che al momento l’allenatore del Pisa è ancora D’Angelo e nel valzer delle sorprese non è detto che il tecnico possa restare in sella. Anche perché D’Angelo non ha mai pensato di dimettersi e ha tutta la voglia di portare avanti il suo lavoro con il Pisa e rispettare il contratto fino al 2023. In caso di cambiamento sono quattro i nomi piuttosto caldi.
Il primo è quello di Daniele De Rossi, 38 anni, campione del mondo nel 2006 da calciatore, capitan futuro per tanti anni nella Roma di Francesco Totti ma una carriera da allenatore iniziata da poco e non da prima guida. Infatti De Rossi fa parte dello staff tecnico di Roberto Mancini in Nazionale. Campione del mondo nel 2006 è anche il 48enne Filippo Inzaghi, per tutti Pippo, che però ha maturato una buona esperienza da allenatore dopo l’esordio difficile con il Milan. Inzaghi ha conquistato la promozione in B con il Venezia e in A con il Benevento a suon di record, che però non è riuscito a salvare. Negli ultimi giorni, dopo l’esperienza non certo semplice a Brescia, è saltato il suo trasferimento all’Ascoli. Attende una chiamata dalla B e il suo nome era già stato accostato al Pisa. Un profilo che piace è anche quello dell’ormai ex allenatore dell’Empoli Aurelio Andreazzoli. Non certo un emergente, 68 anni, ma un uomo che sa come lanciare i giovani, e far divertire il pubblico con un calcio sempre molto propositivo.
La sua prima grande chance arriva alla soglia dei sessant’anni quando deve sostituire Zdenek Zeman alla Roma nella stagione 2012-2013, quando era collaboratore tecnico del boemo, arrivando a una finale di Coppa Italia, persa con la Lazio. I suoi capolavori sono la promozione in A con l’Empoli nel 2017-2018, dopo aver sostituto Vivarini, e la salvezza in A dell’ultima stagione sempre con gli azzurri. In una eventuale corsa alla panchina è spuntato anche il nome di Leonardo Semplici. Il tecnico di Firenze ha già allenato il Pisa, per un breve e poco fortunato periodo, nella stagione 2010-201 in serie C. Semplici, 54 anni, è stato l’artefice di del doppio salto dalla C alla A della Spal che ha salvato per due anni di fila nella massima serie prima di venire esonerato. Salvezza anche a Cagliari ed esonero nella passata stagione. Sembra però in attesa di una chiamata dalla serie A.
Tramontata invece la voce di Andrea Pirlo che si è accasato in Turchia al Karagumruk. L’eventuale dopo D’Angelo sembra quindi una scelta a metà tra un allenatore dal nome pesante ma con poca esperienza in B e quella tra chi invece sa come si vince in questa categoria. Non è detto ovviamente che possano esserci ulteriori sorprese in questa estate dove il mercato delle panchine e finora molto più vivace di quello dei calciatori.
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