Il ministro della Difesa cinese alza i toni: “Mai dato armi alla Russia. Gli Usa sono bulli e creano conflitti”
La Cina non ha mai fornito alcun supporto materiale alla Russia nella guerra contro l’Ucraina: il ministro della Difesa cinese, Wei Fenghe, parlando al vertice sulla sicurezza dello Shangri-La Dialogue di Singapore, ha affermato che Pechino ha sostenuto i colloqui di pace e si è opposta alla fornitura di armi, mostrando pieno scetticismo sull’efficacia delle sanzioni. «Qual è la causa principale della crisi? Chi è la mente di tutto? Chi perde di più? E chi può guadagnare di più? Chi sta promuovendo la pace e chi sta aggiungendo benzina sul fuoco? Penso che tutti conosciamo le risposte», ha proseguito senza articolare la posizione cinese.
All’annuale conferenza per la Sicurezza a Singapore a cui stanno partecipando anche gli Stati Uniti, Wei Fenghe ha anche accusato gli Usa di essere dei “bulli” e di “dirottare” i Paesi della regione. Nel suo infuocato discorso ha ribadito che la Cina è pronta a “combattere fino alla fine” per fermare l’indipendenza di Taiwan”. “Taiwan è principalmente e unicamente della Cina”, affermando che Pechino “non esiterà” a schiacciare ogni tentativo di “secessione” di Taipei.
Il ministro cinese attacca gli Usa dopo il faccia a faccia di venerdì
Nel suo discorso il ministro cinese ha fatto riferimento al discorso del capo del Pentagono Lioyd Austin, con il quale ha avuto un incontro bilaterale venerdì pomeriggio: “Abbiamo notato il discorso di Austin sulla strategia nell’Asia-Pacifico – ha detto – per noi la strategia è il tentativo di costruire un piccolo gruppo esclusivo in nome di un Indo-Pacifico libero ed aperto, per dirottare i Paesi in una regione e prendere di mira un Paese specifico”.
“E’ una strategia per creare conflitti”, ha concluso affermando che “nessuno e nessun Paese deve imporre la propria volontà agli altri o bullizzarli con la scusa del multilateralismo”.
Le minacce di Pechino a Taiwan: “Respingere la riunificazione vi porterà a un abisso di sofferenza”
Sulla questione, la Cina era già intervenuta nei giorni scorsi con una dichiarazione altrettanto incendiaria. “Gli Stati Uniti dovrebbero correggere immediatamente il loro atto erroneo di vendere armi a Taiwan e smettere di giocare con il fuoco quando si tratta di questioni relative a Taiwan”, ha affermato giovedì alla agenzia di stampa Nuova Cina un portavoce di Pechino.
Ma Xiaoguang, portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan del Consiglio di Stato, ha formulato le osservazioni in risposta alla decisione del dipartimento statunitense competente di vendere parti di navi da guerra a Taiwan per un valore di circa 120 milioni di dollari USA. “La vendita di armi degli Stati Uniti alla regione cinese di Taiwan viola gravemente il principio della Cina unica e i tre comunicati congiunti Cina-USA, in particolare il comunicato del 17 agosto”, ha affermato Ma.
“Il tentativo di usare la forza per resistere alla riunificazione spingerà solo i compatrioti di Taiwan in un abisso di sofferenza”, ha avvertito minacciosamente Ma.
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