In difficoltà la Motorizzazione civile di Gorizia: «Pensionamenti e poco personale»
I sindacati chiedono alla Regione un incontro urgente. Crizman (Cgil): «Caso simile alla Biblioteca»
GORIZIA Il loro timore, e non lo nascondono, è di trovarsi di fronte a un secondo caso-Biblioteca. Anche se i settori sono completamenti diversi. Parliamo della Motorizzazione civile, dove ci sono «evidenti» problemi d’organico.
A inquadrare la vicenda (ingarbugliata) sono i sindacati, nella fattispecie il segretario generale della Fp–Cgil, Alessandro Crizman. Rammenta come l’ultima assemblea del personale ha evidenziato «un altro caso che rischia di depauperare la qualità dei servizi pubblici del territorio. Anche qui - attacca - tutto parte da un pensionamento. Ma, la Regione, cosa vuol fare delle Motorizzazioni civili provinciali? Cosa si vuol fare di quella di Gorizia? Qualsiasi sede provinciale delle Motorizzazioni ministeriali di qualsiasi provincia d’Italia ha un direttore che corrisponde alla figura di un ingegnere il quale, oltre alla gestione della sede e del personale, si occupa, esclusivamente lui, degli esami delle patenti superiori, dei collaudi degli autobus e dei mezzi pesanti, delle revisioni. Questa figura, poi, fa parte della commissione medica patenti provinciale e firma tutti i documenti emessi dalla Motorizzazione. Le Motorizzazioni, poi, hanno almeno due capi-settore, uno per le patenti e il contenzioso e uno per i veicoli e le merci, che oltre al lavoro da impiegati, coordinano tecnicamente i vari uffici e sportelli. Ovviamente, poi, ci sono degli impiegati che inseriscono le pratiche e si occupano anche dello sportello, esami e collaudi così come ci sono gli operai che si occupano di archivistica, stampa, centralino ed aiutano gli impiegati nell’inserimento di alcune pratiche».
A Gorizia, c’è un’altra realtà? «Da più di un anno e mezzo - denunciano sindacati e lavoratori - non ci sono i capi-settore, ed è noto che ad agosto la posizione organizzativa territoriale, l’ingegner Roberto Kravos (ex direttore ministeriale) andrà in pensione, con i dipendenti che si chiedono, da tempo, quale sarà la loro sorte. Ad oggi non hanno ricevuto alcuna notizia relativamente al loro futuro. Si sa che anche la posizione organizzativa di Udine, l’ingegner Amadio, a fine anno andrà in pensione - prosegue Alessandro Crizman -. Entrambe le sedi regionali, nel giro di pochi mesi, si troveranno prive di un responsabile che possa firmare i documenti, che gestisca i problemi, che gestisca il personale e la sede, che faccia gli esami delle patenti superiori, i collaudi degli autobus (scuolabus, Apt, Saf), le revisioni alle officine, che prenda parte alla commissione medica per le patenti e che prenda decisioni, con possibili gravi disagi all’utenza e alle attività produttive di questi due territori. Finora si sono sentite solo delle ipotesi per “risolvere” questa carenza di personale ovvero: la prima consiste in nessuna sostituzione dei due ingegneri che andranno in pensione, ma la “creazione” di responsabili trasversali (noi preferiamo responsabili verticali, seduti alla scrivania o in piedi che siano…) affiancati da delle figure, ovvero da due posizioni organizzative già esistenti (che nel ministero non esistono: una per gli esami in conto privato e una come consulente amministrativo giuridica). Di tutti questi futuri responsabili, nominati “posizione organizzativa”, uno svolge già questo compito a Pordenone, l’altro a Trieste e due sono le due posizioni organizzative “complementari” a Udine, nella fattispecie il signor Bernava e la dottoressa Monica Bison. Con questa soluzione - ammoniscono i sindacati - l’unica sede che resterebbe totalmente priva di Po (Posizioni organizzative), ma soprattutto di un ingegnere, è Gorizia».
La seconda ipotesi è «la cessione delle Motorizzazioni dalla Regione alle Edr, con uno scenario organizzativo simile a quello delle vecchie Province, ma di cui non si sa se sia prevista la copertura dei posti direttivi vacanti. Gorizia rimane comunque l’unica sede provinciale senza coordinatori di settore patenti e veicoli. Non solo: nella sede di Gorizia, a ricoprire un ruolo fondamentale e insostituibile per il settore veicoli, con una persona che vi lavora da 3 anni, è l’ennesimo precario, con un contratto a tempo determinato, assunto a tutela della minoranza di lingua slovena ma, al momento, senza prospettiva di stabilizzazione. Tale posizione lavorativa, come tante altre nei diversi enti della Regione, andrebbe stabilizzata. Basta precarietà negli enti pubblici».