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Июнь
2022

Biden: “Dobbiamo fermare Putin o avremo una crisi peggiore”

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Biden: “Dobbiamo fermare Putin o avremo una crisi peggiore”

Il presidente difende sanzioni e invio di armi: «L’economia russa crollerà del 15 per cento»

DAL CORRISPONDENTE DA WASHINGTON. «Se non avessimo fermato Putin, avremmo visto il caos in Europa«. Il presidente americano Joe Biden ha difeso e spiegato le ragioni del sostegno americano all’Ucraina in una lunga intervista alla Associated Press nella quale ha sottolineato le difficoltà poste alle famiglie americane dall’aumento dell’inflazione ma ha spiegato che la recessione, prevista da tre economisti su quattro per il 2023, «non è inevitabile».

Il leader della Casa Bianca ha indirettamente anticipato la risposta all’attacco di Putin ieri da San Pietroburgo sulla fine dell’egemonia americane e del mondo unipolare. Secondo Biden l’effetto dell’azione russa è stata invece quella di creare un momento di maggior coesione occidentale, nel quale il ruolo Usa è decisivo. «La ragione addotta da Putin per l’invasione è che non voleva che gli ucraini aderissero alla Nato, voleva invece una sorta di finlandizzazione ma ha ottenuto il contrario ovvero una “Natoizzazione” della Finlandia» ha detto “coniando” un nuovo termine per illustrare la richiesta di Helsinki di unirsi all’Alleanza atlantica dopo decenni di neutralità. Una Nato che nell’ottica Usa resta fondamentale per la difesa dei Paesi alleati dinanzi alle tentazioni russe di andare ben oltre il confine ucraino: «Già abbiamo visto cosa stanno facendo in Bielorussia, e cosa potrebbe accadere ai Paesi vicini, cosa accadrebbe alla Polonia o alla Repubblica Ceca». Resta difficile spiegare agli americani il motivo di questo impegno Usa in un conflitto dall’altra parte dell’Atlantico, gli ha fatto notare il giornalista della Ap. Biden ha ribadito che sin dall’inizio ha detto che «ci sarebbe stato un prezzo da pagare ma che l’opzione di non fare nulla sarebbe stata peggiore». Ora si tratta comunque di spiegare all’opinione pubblica il fatto che il conflitto potrebbe protrarsi – come sostengono gli strateghi del Pentagono – a lungo.

La sfida di Biden a Putin si snoda su due fronti: il primo è quello militare, per le armi all’Ucraina l’America ha finora stanziato quasi 6 miliardi di dollari. Il secondo è invece quello delle sanzioni. Alle parole di Putin che ha parlato di un contraccolpo forte per gli europei, Washington ostenta pazienza e calma. Le sanzioni, infatti, secondo esponenti del Tesoro Usa cominceranno a farsi sentire fra un po’ e l’obiettivo va ben oltre le misure “spot” di sequestrare gli yacht di oligarchi o i possedimenti del cerchio magico dello zar. Si punta a erodere passo dopo passo i pilastri dell’economia russa. Andrea Gacki, che guida la task force messa in piedi da Janet Yellen, ha spiegato che la supply chain russa comincia ad andare a singhiozzo, le aziende straniere stanno progressivamente chiudendo i rapporti con Mosca e il bando all’acquisto di beni hi-tech sta riducendo la capacità produttiva bellica russa. Fabbriche di carri armati hanno chiuso e i centri per la produzione missilistica faticano a trovare pezzi per assemblare i vettori. La proiezione di crescita si contrarrà nel 2022 del 15% stimano al Tesoro.

Biden ieri ha invece commentato la sparizione di tre combattenti americani. Di due è apparsa una fotografia: sono legati su un camion. Di un terzo la famiglia non avrebbe notizie addirittura dal 24 aprile. Biden ha ribadito l’invito agli americani a non andare in Ucraina. Il Dipartimento di Stato invece ha confermato di non aver chiesto nulla a Mosca. Da parte sua il governo russo ha detto di non avere alcuna informazione sugli americani spariti nel Donbass.




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