Omicidio stradale a Vezzano. I familiari: «Sia fatta chiarezza»
Nino Motti morì travolto da un’auto: perizie opposte, è battaglia legale
Vezzano «Ci siamo opposti all’archiviazione perché riteniamo che la perizia del consulente della procura presenti evidenti lacune. I familiari di Ennio Motti vogliono la verità». Così l’avvocato Giuseppe Caldarola, che tutela i congiunti del pensionato di Vezzano morto travolto da un’auto, rende nota la battaglia legale in corso sull’indagine per omicidio stradale a carico di un 33enne.
Il 9 dicembre 2021 Ennio “Gigi” Motti, 93 anni, molto conosciuto in paese per il suo mestiere (aveva fatto il segantino e andava nelle case a tagliare la legna), si era recato al bar Sport come faceva ogni sera; alle 20.30 stava tornando verso casa, poco distante, e ha iniziato ad attraversare a piedi la Statale 63 quando una Bmw, condotta da un 33enne di Castelnovo Monti che scendeva verso valle, lo ha travolto. L’anziano, sbalzato a dieci metri di distanza, è deceduto all’istante. Sul posto era accorsa disperata la figlia, allertata dai carabinieri e dalla polizia stradale che eseguivano i rilievi.
Al conducente, indagato per omicidio stradale, erano stati elevati tre verbali (per guida senza carta di circolazione, per velocità non commisurata e per omissione di precedenza). Il pm Piera Giannusa, sulla base delle risultanze della perizia del consulente della Procura, ha chiesto l’archiviazione. L’avvocato Caldarola, che a nome dei familiari ha commissionato una perizia di parte con tutt’altre conclusioni, si è opposto: ora si attende di comparire per la prima volta davanti al gip. «Il consulente della procura, che ha eseguito il sopralluogo il giorno seguente a mezzogiorno, a nostro avviso contiene elementi omissivi – ha dichiarato Caldarola –. Ci auguriamo che il gip disponga nuove indagini anziché archiviare». «Abbiamo presentato un ricorso – ha spiegato l’avvocato difensore del conducente Nino Ruffini –. Il mio assistito è dispiaciuto per l’accaduto, ma non si ritiene responsabile in ragione del comportamento del pedone che avrebbe mostrato delle titubanze nell’attraversare».
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