Carenza di personale alla biblioteca di Gorizia: lunedì il primo sciopero in 200 anni
Lunedì incrociano le braccia i dipendenti della Bsi. I sindacati: «Niente comparsate dei candidati»
GORIZIA Di per sé, sarà un evento storico. Perché, nell’anno in cui si celebrano i 200 anni della sua esistenza, la Biblioteca statale isontina si ferma. Lunedì, infatti, va in scena lo sciopero per protestare contro le carenze degli organici. Un’iniziativa forte. Un’iniziativa obbligata visti i silenzi del Ministero della cultura.
I sindacati hanno fatto le cose per bene. E hanno stampato 600 volantini distribuiti, in lungo e in largo, in tutta la città. Obiettivo? Illustrare le motivazioni dell’astensione dal lavoro e, soprattutto, chiedere ai goriziani (tradizionalmente refrattari a ogni forma di protesta) di scendere in piazza per difendere «un bene che fa parte di Gorizia, Capitale europea della cultura nel 2025».
Mauro Cenci(Fp Cgil), Enrico Acanfora (Confsal Unsa), Salvatore Montalbano (Cisl Fp) e Giovanni Marchica (Uilpa) hanno informato dell’iniziativa il ministero della Cultura, le federazioni e i coordinamenti dei sindacati a livello nazionale. E chiedono, con forza, che scatti la mobilitazione nell’arco orario che va dalle 10 alle 12 di lunedì 20 giugno, nel cortile interno della Bsi.
«Sarà un sit-in - fanno sapere i sindacati - Abbiamo chiamato a raccolta la cittadinanza sia attraverso gli articoli di stampa, sia distribuendo centinaia di volantini. Vogliamo, attraverso quest’azione di protesta, convincere i “soloni” del Ministero a fare qualcosa». Acanfora entra nel cuore del problema e non le manda a dire. «Stiamo registrando la strafottenza del Governo. Non ha fatto nulla e, peggio ancora, non si è fatto nemmeno sentire. Franceschini, dove sei? La Biblioteca si sta svuotando di dipendenti e non possiamo accettare che continui questo immobilismo nei confronti di tale emergenza».
Il sindacalista, perfettamente consapevole che domenica prossima ci sarà il ballottaggio, torna ad invitare i candidati a non intervenire. «Le passerelle elettorali non sono gradite. Se proprio vogliono partecipare, lo facciano portando impegni seri e non promesse da marinaio. Abbiamo bisogno di concretezza», attacca ancora Acanfora, a nome di tutte le sigle sindacali. Viene citato anche un esempio (l’ennesimo) che, secondo la Confsal Unsa, suona come un beffa.
«Attraverso un concorso per addetti di vigilanza, bandito già quattro anni fa, sono state assegnate al Friuli Venezia Giulia sette figure. Ebbene: di queste sette, 5 andranno a lavorare al Castello di Miramare e 2 alla Direzione musei. A Gorizia, nessuno. Nemmeno in questa occasione è stata fatta una suddivisione sensata».
Infine, la situazione attuale alla Bsi. Ampiamente conosciuta. «Se, da un lato, e in maniera parziale e momentanea, si è risolto il problema del direttore, la vera questione da affrontare nell’immediato, è quella del personale. Infatti, a maggio, sono stati collocati in quiescenza sia l’attuale direttore sia il funzionario amministrativo mentre, dal mese di luglio, andrà in pensione l’unico “superstite” bibliotecario ancora in servizio. In pratica, se non accadrà nulla di nuovo, col mese di luglio la forza-lavoro della Biblioteca statale isontina sarà ridotta a 14 unità contro le 25 previste dalla pianta organica. Di sicuro, mancheranno sia bibliotecari sia funzionari amministrativi che sono profili professionali indispensabili per la conduzione dell’Istituto».
E questi messaggi saranno al centro dello sciopero di lunedì mattina.