Strage di Marzabotto, la Germania condannata a risarcire le vittime

Sentenza del Tribunale civile di Bologna: «Un monito per i fatti del passato, ma anche per i crimini di guerra e per i crimini di lesa umanità che affliggono il mondo contemporaneo»

BOLOGNA. È una piccola sentenza in grado di fare grandi cose, quella uscita ieri da un tribunale civile di Bologna: La Repubblica Federale di Germania è stata condannata a risarcire famigliari e discendenti delle vittime dell'Eccidio di Montesole, una serie di stragi perpetrate nell'autunno del 1944 su tre comuni dell'Appennino emiliano, per mano di nazisti e fascisti, che uccisero brutalmente circa mille persone (molte delle quali bambini). È piccola perché non può certo riparare a quello che fu uno dei più gravi crimini di guerra della storia dell'umanità (i danni non sono ancora stati quantificati e per ora sarà l'Italia a risarcirli), ma è grande perché segna un precedente importante contro una giurisprudenza finora avversa, è grande perché può fare da apripista giudiziario anche per i massacri dei giorni nostri.

Gli esecutori materiali e i mandati di quella che è anche nota come la Strage di Marzabotto sono stati ripetutamente processati e condannati da tribunali italiani e internazionali nel corso degli anni, ma l'istanza per i risarcimenti aveva sempre incontrato ostacoli giuridici, su tutti, il pronunciamento della Corte de L'Aja, per cui i governi sono immuni dai delitti commessi dagli eserciti ai loro comandi. Le iniziative prese dall'Italia al fine di adeguare le proprie leggi a queste direttive si sono arenate per questioni costituzionali, ma la presa di posizione avvenuta ieri a firma della giudice Alessandra Arceri ora segna un precedente.

«Si tratta di un monito per i fatti del passato, ma anche per i crimini di guerra e per i crimini di lesa umanità che affliggono il mondo contemporaneo», hanno detto al quotidiano La Repubblica di Bologna gli avvocati dei 33 famigliari delle vittime che hanno querelato Berlino. Ad anticipare il denaro, una volta che i periti nominati dalla corte avranno stabilito una cifra, sarà lo Stato italiano, che probabilmente poi tenterà di rivalersi sulla Germania.

A Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, tutti comuni dell'alto Appennino bolognese, truppe naziste, reparti scelti delle SS e fascisti repubblichini iniziarono il 29 settembre del 1944 un'operazione di rastrellamento e rappresaglia per dare la caccia alla brigata partigiana Stella Rossa, che operava in zona. Stringendo un cappio da valle verso vetta, i tedeschi attaccarono ogni casa, scuola, borgata o veicolo incontrassero sul loro passaggio. Uccisero con metodo praticamente tutti i civili che riuscirono a catturare, usando particolare crudeltà nei confronti dei bambini, spesso neonati. Al comando delle operazioni oltre la Linea Gotica, che nel '44 divideva l'Italia liberata dagli Alleati, da quella occupata dai nazisti, c'era il generale Albert Kesserling. A capo di questa specifica operazione, che si concluse il 5 ottobre, il maggiore Walter Reder.