Prove di accordo verso il ballottaggio a Gorizia, Devetag: «Con il centrosinistra per sconfiggere Ziberna»
L’ex assessore di centrodestra: «Un comitato per la rinascita». E attacca Martina per l’equidistanza
GORIZIA «Andiamo avanti, incuranti di qualche residuato del 1945, anno in cui Gorizia si è fermata secondo la vulgata destra-sinistra. Gli inciuci non ci appartengono e mandiamo avanti un’idea della città laica, attiva e, per una volta, ambiziosa per cui chiediamo ai nostri interlocutori di centrosinistra di compiere il grande passo, costruendo al più presto un “Comitato per la rinascita di Gorizia” con il compito di voltare definitivamente pagina e fermare la decadenza della città».
A dirlo Antonio Devetag, candidato sindaco di Gorizia 3.0 e Azione. L’accordo con il centrosinistra si avvicina a grandi falcate. O meglio: è Devetag a chiedere di stringere i tempi. «Gorizia - rimarca l’ex assessore nelle Giunte di centrodestra - va slegata dalle logiche divisorie puramente nazionali o delle segreterie triestine che, a Gorizia, non possono più funzionare: ma ce lo siamo sognati oppure la Lega pura e dura, insieme a Forza Italia governano insieme al Pd e al M5S? Abbiamo dato da tempo la nostra disponibilità a un accordo per il ballottaggio, ma non firmiamo cambiali in bianco. Capisco che i re dell’inciucio goriziano e gli habituè della poltroncina non possono neppure concepire che si parli del futuro di Gorizia invece che di posti e posticini in vista del 26 giugno: sono sostenitori dello status quo che ha ridotto quella che era una città in un paesone neppure più di confine».
Devetag attacca anche il centrista Martina. La necessità, dice, è di voltare pagina «senza precipitare in quell’indifferenziazione predicata dalla lista di Martina, che valuta paritarie la disastrosa esperienza amministrativa di Ziberna e quella di chi vi si oppone. Allora, chiediamo alle liste di centrosinistra di tirare le somme delle gradite aperture alle nostre proposte e ai nostri programmi, e riflettere sulla possibilità di dare a Gorizia un ruolo centrale in ambiti territoriali variabili, che vanno dalla semplice realtà transfrontaliera, a quella isontino-provinciale e quindi regionale e internazionale. Per cui ci sembra necessario perorare la ricostituzione della Provincia che, per noi, dovrebbe diventare un’istituzione elettiva per ottenere la forza di essere realmente rappresentativa di un territorio: se si perora l’idea di un ente sanitario provinciale (sanità isontina) bisogna trarne le conseguenze.
Se il sindaco di Gorizia è presidente dei sindaci dell’Ambito territoriale Alto Isontino, ecco che per raggiungere l’obiettivo di un’autonoma sanità isontina deve chiamare a raccolta anche quelli del Basso Isontino attraverso un rinnovato Patto con Monfalcone. Accordi di sviluppo, divisione dei ruoli e non pura sudditanza nei riguardi della città dei cantieri. Sfruttare le attuali Edr per arrivare gradualmente a una nuova Provincia, di cui Gorizia può riprendere la sua attrattività concreta, non a parole, facendosi promotrice di un allargamento del Gect, strumento essenziale di sviluppo economico, piuttosto inceppato, alla regione slovena della Goriska (ricordiamo il progetto Unesco Collio-Brda e ovviamente la Capitale Europea della Cultura) e all’intero Isontino. E magari all’Aquileiese e al Cervignanese. Se non lo farà Gorizia lo farà qualcun altro, e molto presto. Parleremo e risolveremo altri elementi per noi essenziali che sono il mantenimento del doppio senso in corso Italia, il rilancio del mercato coperto e dell’aeroporto Duca d’Aosta».