Emergenza idrica, le immagini dei fiumi in secca in Fvg: pronto il decreto per razionare l’acqua anche in regione
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Un primo incontro oggi tra le Regioni, domani il punto con il capo della Protezione civile
UDINE. Sarà l’emergenza siccità uno dei temi forti della riunione della Conferenza delle Regioni convocata per oggi, martedì 21 giugno, dal Presidente delle Regioni Massimiliano Fedriga, anche in vista del successivo confronto con il Governo in Conferenza unificata alle 17 e nella Stato-Regioni alle 17,15, convocate dalla ministra per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini. Se ne discuterà domani, durante la riunione della Conferenza delle Regioni, a cui parteciperà anche il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio.
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La richiesta delle Regioni
Le Regioni chiedono al governo la dichiarazione dello stato di emergenza, per «attivare le disposizioni di legge che prevedono l’uso prioritario dell’acqua per l’alimentazione e l’agricoltura – spiega l’assessore veneto Federico Caner, coordinatore della commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni – escludendo quello per la produzione di energia, così da evitare richieste di risarcimenti per i mancati guadagni alle compagnie». L’altra richiesta a Palazzo Chigi è quella di mettere a disposizione più risorse, anche del Pnrr, per creare nuovi invasi per l’accumulo d’acqua.
«La situazione è delicata», dice, usando un eufemismo, il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. Il leader della Lega, Matteo Salvini, chiede di «approvare entro giugno un decreto siccità urgente, perché ogni ora che passa c’è un’azienda agricola che chiude». Mentre per il segretario del Pd, Enrico Letta, «è «importantissimo varare un piano per i nuovi invasi».
La situazione in Friuli
La situazione è critica anche in regione. La maggior parte dei canali secondari sono chiusi e un terzo dei pozzi della Bassa Friulana risulta inutilizzabile. La siccità ha costretto il Consorzio di bonifica della pianura friulana a rafforzare le limitazioni per provare a resistere in una stagione messa a dura prova dall’assenza di precipitazioni.
Analoga la situazione nel Pordenonese dove da ieri i tempi di irrigazioni sono stati dimezzati lungo tutta l’asta del torrente Meduna, la cui portata è scesa da una media stagionale di 7 a 4 metri cubi al secondo.
A Udine
Nella giornata di lunedì 20 giugno a Udine e a Pordenone si è svolta l’ennesima riunione tecnica con i responsabili di zona per monitorare una situazione senza precedenti anche in Friuli Venezia Giulia.
Le maggiori criticità permangono in particolare nella zona tra Manzano e Remanzacco, dove sono state confermate le misure in essere che da alcune settimane costringono gli agricoltori a dimezzare, da quattro a due ore, i tempi di irrigazione.
Una misura analoga è stata introdotta pure nel Medio Friuli: «Dalla cintura della strada Napoleonica a Dignano e Coseano un numero crescente di pozzi sta entrando in crisi e, quindi, siamo stati costretti a diminuire la quantità d’acqua per le aziende», hanno spiegato i direttori tecnico e amministrativo, Stefano Bongiovanni e Armando Di Nardo, confermando la chiusura progressiva dei canali secondari. «Assicuriamo – aggiungono – solo il minimo indispensabile per mantenere la fauna ittica».
Preoccupante pure la situazione dei pozzi molti dei quali sono stati chiusi perché sono ormai asciutti. «Se nei prossimi giorni la situazione climatica attuale rimarrà la stessa, andremo verso la progressiva chiusura dell’irrigazione straordinaria garantita finora alle aziende non consorziate», continuano i direttori nel far notare che, per la prima volta, la siccità colpisce anche la Bassa Friulana: i canali di bonifica sono quasi tutti asciutti e a Carlino il bacino irriguo del Cormôr è entrato in crisi. Scatterà infatti la riduzione delle irrigazioni anche nei comuni di Muzzana e Pocenia.
A Pordenone
Il tavolo tecnico si è riunito anche a Pordenone e il verdetto è lo stesso. Da ieri è in corso il dimezzamento delle ore di irrigazione lungo l’asta del torrente Meduna e il presidente del Consorzio di bonifica Cellina Meduna, Valter Colussi, non esclude l’estensione delle stesse misure pure lungo l’asta del Cellina. «Monitoriamo costantemente la situazione perché i primi dati dei raccolti dei cereali confermano che dove non si è irrigato al posto di 60,70 quintali ettaro ne sono stati raccolti solo 30 e di non ottima qualità», avverte Colussi prima di aggiungere: «Sappiamo che la razionalizzazione dell’acqua crea disagi, ma siamo costretti a farlo per arrivare almeno a fine luglio».
Colussi aggiunge i dati della portata del Meduna scesa da una media di sette metri cubi al secondo a quattro e quella dell’invaso del lago di Ravedis passata da 37 a 12 milioni di metri cubi d’acqua. «Siamo di fronte – insiste il presidente – a una situazione mai vista negli ultimi 70 anni. Le temperature sono tipiche di luglio non di giugno».