Dai rifiuti bioplastiche, metano e inerti: Priula vara 5 impianti hi tech da 80 milioni
Chiesti i fondi al Pnrr. E a Treviso nascerà un nuovo ecocentro, sempre in area Dogana. Altri 11 Card ampliati o aperti
TREVISO. Il biometano e l’idrogeno; le bioraffinerie e le sabbie; i biopolimeri e un riciclaggio ancora più spinto, per abbassare a cifra singola le percentuale di quanto va in discarica, frontiera quasi fantascientifica sulla strada del rifiuto zero che nella Marca riciclona non è uno slogan, ma realtà consolidata ed invidiata, non solo dal resto d’Italia.
Il futuro dei rifiuti a Treviso, comprensorio e Destra Piave, dalla bassa alla pedemontana del Grappa si gioca in 5 nuovi impianti e in 12 ecocentri nuovo ammodernati. Una partita da 80 milioni, cifra “monstre” che potrà essere ammortizzata in pochi anni dai ricavi dei materiali creati dagli impianti. L’assemblea del bacino Priula ha deliberato la richiesta di finanziamenti ai fondi Pnrr, che prevede oltre 2 miliardi di euro al capitolo rifiuti
IMPIANTI, SITI, POLI
L’impianto di Trevignano si arricchirà di un comparto ulteriore, quello di digestione anaerobica che produrrà biometano dal trattamento dell’umido (e cattura della CO2 emessa per il suo riutilizzo). Il costo è di 20 milioni di euro, e l’opera potrà anche integrare la parte dell’impianto ancora ferma per la mancanza del collaudo. Il biometano verrà utilizzato per i mezzi, con un risparmi annuo di 3 milioni.
Ancora, un nuovo impianto da 10 milioni tratterà l’umido per produrre Pha (polyhdrossialcanoati), con un innovativo processo elaborato dalle università La Sapienza, Ca’ Foscari e Verona. Di fatto, si potranno produrre plastiche biodegradabili, a cominciare dai sacchetti per l’umido. E sempre a Trevignano nascerà un terzo impianto, che riciclerà pannolini e pannoloni, rilevando quello sperimentato in questi anni alla Fater, non senza intoppi e complicazioni. Anche questo vale 10 milioni, potrà produrre carta e cellulosa.
Ma l’opera più costosa è quella che sorgerà al polo di Lovadina – 25 milioni – che potenzia il riciclaggio di quanto viene oggi separato nei bidoni (vetro, carta, lattine, ecc, ) e che dovrebbe consentire di superare quota 90 % nella differenziata, abbassando ancora la mole di rifiuti non trattati. Infine l’impianto che tratterà i rifiuti dallo spazzamento stradale, costo di 5 milioni. Al netto di foglie, cicche e cartine, e con opportuni lavaggio, produrrà sabbie ed inerti.
ECOCENTRI, TARIFFE , SOFTWARE
Altri 12 milioni sono stati chiesti per finanziare il potenziamento del software sulle flotta, che potrà localizzare e monitorare in tempo reale svuotamenti e direttrici dei mezzi con lettura dei transponder, fino all’ultima frazione di rifiuto. Di fatto, dall’attuale STP (sistema di tariffazione puntuale) si arriverà davvero al paghi quanto scarichi (PAYT , pay as you throw) come richiesto dalla Ue
Infine, i 12 ecocentri. Sei nuovi e altrettanti da ammodernare con interventi smart: accessi, controlli e sistemi di videosorveglianze; cassoni e colline di ricarica, apparecchi luminosi a Led. Di fatto, si potrà accedere con la tessera sanitaria, con potenziale riorganizzazione degli addetti. I nuovi ecocentri? Ad Asolo-Fonte, Crocetta, Pederobba, Roncade-Casale, Villorba e Treviso. Sì, alla Dogana nascerà un nuovissimo e modernissimo polo, che sostituirà l’attuale. Ampliati e ammodernati invece Carbonera, Castelfranco, Montebelluna, Pieve del Grappa, Susegana, Trevignano.