Nuotare in Ticino, parla il fiumarolo: «Buche, mulinelli e acqua gelida: rischi da non sottovalutare mai»
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I consigli di Elia Belli, “fiumarolo” vero e ultimo vincitore del Palio: «Se la corrente vi trascina non resistete e fatevi trasportare a riva»
PAVIA. Il Ticino nasconde tante insidie. A prima vista, soprattutto in questo periodo, le acque basse invitano a rinfrescarsi dalla calura andando sempre più lontani dalle rive. Una sorta di passeggiata che però è piena di pericoli, come dimostra. Chi il fiume lo conosce bene è Elia Belli, fresco vincitore del Palio del Ticino in coppia con Daria Maggi per la Motonautica. «Se non si sa nuotare, meglio non entrare in acqua», spiega. Sembra ovvio, ma non lo è.
Nonostante la giovane età, le sue attività sul fiume, unite ai racconti degli anziani, gli permettono di fare un quadro generale e avvertire dei rischi sempre dietro l'angolo ogni volta che qualcuno vuole farsi un bagno. Posto che la balneazione è vietata per legge in tutti i comuni, è altrettanto vero che i controlli scarseggiano per motivi di competenze e quindi in un giorno d'estate è molto frequente vedere persone in acqua.
«Con una certa regolarità – spiega – ogni anno in questi periodi avvengono fatti di cronaca. È necessario fare alcune considerazioni. Spesso il fiume viene usufruito in maniera incauta dagli utenti che comunque dovrebbero rispettare il divieto di balneazione. Ci sono due ragioni specifiche a riguardo. La prima, igienico-sanitaria, visto che l'acqua del fiume ospita batteri dannosi se ingeriti o a contatto con ferite e tagli. La seconda riguarda la tipologia di acque: il fiume, contrariamente ad una piscina o al mare, presenta i famosi mulinelli, le buche ed i rami e sott'acqua che non si vedono». Eppure per quanto è basso in questo periodo, il Ticino non sembra fare paura: il fondo si vede e sembra essere remoto il rischio di correnti. La sottovalutazione, abbinata alla non conoscenza dei fenomeni naturali, porta alle tragedie, prosegue Belli: «Nonostante sia vietato, si può pensare di camminare fino al ginocchio per trovare refrigerio: questo è un errore. Non si tratta del mare dove il fondo digrada lentamente, nel fiume ci sono buche improvvise insieme ad una corrente molto più fredda di quella del mare. Paradossalmente è meglio farsi trasportare dalla corrente e trovare un punto di approdo dove si tocca».
Capitolo mulinelli. Il fiume ne è pieno e rappresentano storicamente il maggior pericolo. Di cosa si tratta? «In fondo si tratta di un cono rovesciato che ti trascina in basso: sembrerà strano, ma è meglio non combatterlo. La cosa più saggia sarebbe prendere un gran respiro, andare sott'acqua e lasciarsi trascinare automaticamente venendo rigettati fuori». Altro grosso tema da affrontare è quello dei controlli, conclude: «Non riguarda solo i bagnanti, ma pure le barche a motore. Spesso sfrecciano lungo il fiume e rappresentano un pericolo per le imbarcazioni a remi».Alessio Molteni