Gorizia, Ziberna concede il bis: una vittoria con il 52,23% contro Fasiolo 47,77. «Sarò il sindaco di tutti»
Il centrodestra si conferma al governo della città e festeggia in corso Italia. Prima della fine dello scrutinio i complimenti dei forzisti Tajani e Gasparri
GORIZIA. Ce l’ha fatta. Rodolfo Ziberna è stato confermato sindaco di Gorizia. Il suo centrodestra non allargato e senza accordi con forze di altro colore ha tenuto e ha sconfitto il centrosinistra “potenziato” da Antonio Devetag (Gorizia 3.0 e AZione) e, forse, da Franco Zotti (Zotti contro tutti). E dire che non è stata una passeggiata di salute. Soprattutto all’inizio. Tant’è che il candidato sindaco di centrodestra non ha nascosto che i primi quindici minuti non sono stati affatto facili. Perché le notizie che rimbalzavano dai rappresentanti di lista non erano, poi, così esaltanti. Ma, poi, c’è stato un lento e costante recupero con la forbice che, con il passare del tempo, si è allargata.
Emozioni vissute all’interno di una sede elettorale (in corso Verdi) che, forse per la prima volta in questa lunga campagna, è stata realmente la “casa” del centrodestra. E le notizie hanno trasformato il volto di Ziberna che da perplesso e tirato si è fatto, via via, più disteso e sorridente. A menare le danze il presidente uscente del Consiglio comunale Luca Cagliari e la referente della lista civica per Ziberna Mary Fabbro, incollati al cellulare per trascrivere i dati che arrivavano dalle 37 sezioni. Le prime somme evidenziavano 4.040 voti a favore di Ziberna e 3.434 a favore di Laura Fasiolo. Poi, a una seconda conta e con cinque sezioni ancora da scrutinare, la sfida ha visto 5.916 voti ad appannaggio del centrodestra e 5.001 per il centrosinistra. L’unico sussulto (negativo) quando sono arrivati i responsi di Piuma, roccaforte della Slovenska skupnost: lì Fasiolo ha recuperato 100 voti in una botta sola, ma è stato un fuoco di paglia.
Nel frattempo, la sede si è riempita di neoconsiglieri comunali, militanti di centrodestra, consiglieri regionali. Tutti a fare i complimenti (ma sommessamente e a bassa voce) al sindaco riconfermato. Erano le 23.46. «Mi ha telefonato l’assessore regionale Riccardi. Mi ha detto “Hai vinto, complimenti”. E se lo dice lui c’è da credergli perché è una macchina da guerra con i numeri», le parole di Ziberna. Nemmeno due minuti e le telefonate in rapida successione di Antonio Tajani e Maurizio Gasparri, entrambi di Forza Italia, entrambi a complimentarsi per il successo di un loro collega di partito.
Quanto all’affluenza, Ziberna è stato (quasi) un buon profeta. Tanto che avrebbe potuto consegnare una lettera chiusa a un notaio con le sue previsioni e avrebbe fatto bella figura aprendola. Alle 19 si attendeva il 30% dei votanti, e così è stato. Stesso discorso per il dato finale delle 23. Lui, per la verità aveva previsto il 40 per cento, in realtà il dato si è attestato sul 41,72 per cento finale. «Alla fine, si è trattato di un buon risultato anche se l’astensionismo è sempre notevole. È un fenomeno non certamente goriziano, ma di tutta Italia. Questo ci deve far pensare». Poi, incrociando le dita per il responso delle ultime sezioni, la solenne promessa: «Sarò il sindaco di tutti. C’è tanto lavoro da fare, e mi metterò subito in moto».
Il candidato di centrodestra ha fatto, per l’intera serata, la spola tra la sede elettorale e il Municipio: alle 22.30 era nell’ex palestra di corso Verdi per poi trasferirsi, attorno alle 23, nel palazzo comunale e poi tornare a “casa”. Questa volta, ha lasciato a casa la sua amata bicicletta a pedalata assistita per muoversi in auto.
Al primo turno ci fu una larga affermazione di Ziberna che, tuttavia, si era fermato al 42,56%, mentre la principale sfidante ottenne il 31,37%. La distanza al ballottaggio era di 1.664 voti, mentre quelli attribuiti agli altri cinque candidati sono stati, in totale, quasi 3.900: cifra potenzialmente in grado di sovvertire l’esito del primo turno. Non c’è stato, malgrado ciò, alcun apparentamento per sconfiggere Ziberna e nessuna indicazione di voto è arrivata nemmeno dal civico Pierpaolo Martina, che con il suo 10% aveva incassato proprio i 1.600 voti (circa) che hanno separato i due poli.