Instagram è stato uno dei primi social network a puntare sui creator, contribuendo così a dare vita a un segmento che oggi ha un valore stimato intorno ai 20 miliardi di euro. La professionalizzazione dell'influencer ha dato vita ad uno dei settori in più rapida ascesa al giorno d’oggi con più di 50 milioni di creators che lavorano nel digital e oltre 4 miliardi di follower a livello globale: tra YouTube, TikTok, Instagram e gli altri social, è oramai evidente quanto questo sia il presente e il futuro dell'industria dell'intrattenimento. Ma, come ci hanno dimostrato ampiamente i micro-influencer e i nano-influencer, non serve essere Chiara Ferragni o Khaby Lame per guadagnare bene vendendo la visibilità dei propri post. Il motivo è semplice: le recenti modifiche agli algoritmi dei social network premiano qualità, passione e piccole comunità, ostacolando – o meglio, disincentivando – le star vere e proprie visto che hanno più chance di attirare clienti rispetto ai big consolidati dei social.

Quanti follower devi avere per attirare l'attenzione dei brand

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Ad esempio, come ha riportato Business Insider, Kayla Compton è diventata ambasciatrice del marchio per l'azienda di gioielli PuraVida con meno di 2 mila follower: è partita con un pacchetto iniziale di contenuti sponsorizzati da 250 dollari, aggiungendo una commissione sugli acquisti dei follower sfruttando link e codici di affiliazione. Un altro strumento, quello dei link affiliati, su cui Instagram sta spingendo moltissimo, da quando la società ha implementato per tutti la possibilità di condividere link tramite adesivo direttamente nelle Storie. Insomma, in media servono all'incirca mille follower per attrarre l'attenzione dei brand, ma ne servono 10 mila per riuscire a trasformarlo in un lavoro a tempo pieno e racimolare da 100 a 500 euro per ogni singolo post. La cosa più importante è selezionare la categoria di prodotti che ti interessano (cibo, moda, fitness, tecnologia e così via) e lavorare sul livello di engagement dei follower per massimizzare gli incassi con post a pagamento, foto in vendita o creando da zero un nuovo prodotto fisico o digitale (come una linea di scarpe o una serie di corsi online) in modo tale da trasformare la passione in un lavoro.

Tra mance e abbonamenti

Il metro di giudizio non sono gli influencer più famosi al mondo - che possono guadagnare anche centinaia di migliaia di euro per ogni singola sponsorizzazione – quanto i propri competitor di nicchia. Una buona alternativa sono i programmi di pagamento diretto messi a punto da Instagram: come Bonus per Reels, che richiede almeno mille visualizzazioni per ogni video, le mance o gli abbonamenti con cui i follower possono pagare per avere contenuti in esclusiva. In cambio di una quota mensile otterrai badge, storie e dirette live esclusive che non saranno disponibili sul profilo pubblico con il programma Subscriptions. Meta ha deciso di non incassare alcuna percentuale dagli abbonamenti di Instagram fino al 2023, per cui il primo anno gli influencer guadagneranno il 100% dei proventi dalle iscrizioni per un investimento da parte dell’azienda di Menlo Park stimato sul miliardo di dollari; solo dal prossimo anno, i creators dovranno versare il 30% ad Instagram.