Due guide alpine, un escursionista e una coppia: chi sono le vittime della tragedia della Marmolada
Procuratore di Trento: smentito decesso del bimbo di 9 anni. Sono 17 i dispersi, di cui 11 italiani
Gli inquirenti parlano di “una carneficina inimmaginabile”. Ancora non si conoscono i nomi, i volti e le storie delle vittime della tragedia della Marmolada. Alcuni corpi – hanno fatto sapere fonti investigative sul posto – saranno identificati solo attraverso l'esame del Dna. Il bilancio provvisorio parla di sei vittime e otto feriti, di cui due in condizioni gravi. Nel mentre, si continua a lottare contro il tempo per trovare i dispersi, che sarebbero 19, di cui 11 italiani.
Le vittime
Dalla Val di Fassa comunicano che tra gli escursionisti morti ci sono tre vittime italiane identificate: una è originaria della provincia di Vicenza e l'altra della provincia di Treviso, entrambe guide alpine, e una terza persona sarebbe veneta. È stato identificato un escursionista di 27 anni, Filippo Bari, che faceva parte di un gruppo di tre alpinisti di Malo e una ventina di minuti prima del distacco del seracco di ghiaccio aveva inviato un selfie al fratello. Poi il silenzio, nessuna notizia. Ci sono inoltre un uomo e una donna ancora da identificare. "È stato inoltre smentito dal genitore che sarebbe morto un bimbo di 9 anni – ha dichiarato il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi -. Non risulta che i decessi siano trenta".
I feriti
Tra i feriti, invece, ci sono due cittadini tedeschi, come ha confermato il ministro degli Esteri a Berlino, ricoverati in terapia intensiva a Belluno. Si tratta di un uomo di 67 anni e di una donna di 58 anni, entrambi in prognosi riservata. Quattro i feriti ricoverati a Trento. Due di questi si trovano in Rianimazione e altri due, meno gravi, sono invece in reparto. Si tratta di una donna di Pergine Valsugana di 29 anni, che è in Rianimazione, una donna di Como di 51 anni non grave ricoverata in reparto, a cui si aggiungono un 27enne di Barbarano Mossano (Vicenza), inizialmente portato in ospedale a Cavalese e poi trasferito al Santa Chiara di Trento. In condizioni stabili, anche lui ricoverato in reparto, un 33enne di Pergine Valsugana (Trento) che inizialmente era stato portato a Bolzano ed ora è in rianimazione a Trento.
I dispersi
Ma si continua a lottare contro il tempo per i dispersi, che sarebbero almeno 17, di cui 11 italiani, 3 trentini e 8 veneti. Otto sono stranieri: tre romeni, un francese, un austriaco e quattro della Repubblica ceca. Tra loro ci sarebbe anche una guida di Valdagno e Davide Miotti, guida alpina di Tezze sul Brenta, che secondo le primissime informazioni era sulla Marmolada assieme alla moglie, Erica Campagnaro. Il conteggio delle vittime sembra purtroppo destinato a salire: "Le probabilità – ha riferito ha detto, Giorgio Gajer, presidente del Soccorso alpino in Alto Adigedi – di trovare in vita i dispersi triturati da una valanga dopo così tante ore sono davvero molto basse, per non dire nulle".
Nel frattempo tra le 20 e le 25 persone, parenti e familiari dei dispersi, questa mattina si sono presentate al comando dell'Aiut Alpin e del corpo di Soccorso alpino di Canazei per chiedere notizie. Tra questi, anche due coppie di genitori, che sono arrivate chiedendo notizie dei rispettivi figli, usciti ieri in escursione con una guida e mai rientrati. "Cerchiamo mio figlio Davide di 30 anni, l'abbiamo sentito ieri l'ultima volta all'una. Ringrazio il presidente Draghi per il messaggio, ora lasciatemi voglio solo vedere mio figlio". Così la madre di un ragazzo ancora disperso sotto il crollo del seracco del ghiacciaio della Marmolada, appena giunta alla sede del Soccorso Alpino di Canazei. "Non vogliamo parlare, la nostra vita è distrutta", dice un altro signore nascondendo il volto tra le mani.
A quanto si apprende, inoltre, sono stati tutti identificati i proprietari delle 16 auto che ieri sera erano state ritrovate nei parcheggi attorno a Passo Fedaia, mentre ci sarebbe un'altra decina di veicoli parcheggiati di cui ancora non si conosce il proprietario.