Ecco come le università ripensano le scuole mantovane
Le idee: nuova palestra per la Martiri, trasformazione di Pomponazzo e Sacchi. Al lavoro dodici facoltà di architettura coordinate dal polo mantovano del Politecnico. E spunta la proposta di una nuova materna per il centro storico al posto della Strozzi
MANTOVA. Aule con le pareti mobili per ampliarle o restringerle a seconda delle esigenze didattiche. Muri fatti non di mattoni o cemento armato, ma di grandi vetrate che lasciano entrare la luce dall’esterno creando ambienti luminosi, molto diversi da quelli un po’ tetri che caratterizzano buona parte delle nostre scuole. E ancora tetti che si trasformano in giardini pensili con angoli dove alunni e studenti possono fare i loro esperimenti di botanica. E soprattutto tanti auditorium e palestre, perché «ogni scuola deve essere aperta alla città, deve diventare un luogo di riferimento per la comunità, per il quartiere».
Benvenuti nelle scuole materne, elementari e medie di città ripensate dalle diciotto facoltà di architettura italiane che hanno partecipato alla consultazione nazionale avviata dal docente e responsabile scientifico del polo di Mantova del Politecnico di Milano, Massimo Ferrari. Dallo scorso novembre, i gruppi di studiosi hanno svolto dei sopralluoghi nelle sedi delle scuole comunali per proporre interventi che le rendano edifici polifunzionali, più adeguati alle esigenze della didattica moderna.
«Abbiamo pensato al tessuto scolastico come a una rete che interagisce con la città» spiega Ferrari affiancato dalla professoressa Claudia Tinazzi, sempre del Politecnico. Qualche esempio. Per la scuola elementare Martiri di Belfiore viene ipotizzato l’abbattimento e la ricostruzione ex novo della palestra. La struttura sarebbe parzialmente interrata per consentire la realizzazione di una sorta di piazzetta alberata in superficie aperta al quartiere. L’elementare Tazzoli di Cittadella verrebbe affiancata da un porticato con la funzione di serra. Anche per l’elementare Pomponazzo e la media Bertazzolo vengono immaginati ampliamenti, sfruttando spazi interni, per creare corpi caratterizzati dalla presenza di grandi vetrate e spazi utilizzabili per funzioni collettive.
«Per l’elementare di Lunetta, invece, è stato considerata la demolizione e ricostruzione completa – spiega Ferrari – sono stati anche proposti modelli per la nuova scuola che il Comune costruirà a Borgochiesanuova». Spunta anche la proposta di costruire una nuova materna in centro storico per sostituire la Strozzi: gli architetti hanno ipotizzato di realizzarla o nel complesso di San Cristoforo in via Giulio Romano o in piazza Filippini.
«Idee di cui terremo conto – spiega l’assessore all’istruzione, Serena Pedrazzoli – in settembre il Politecnico organizzerà un convegno con le scuole di città, aperto a tutti, per illustrare le idee nate da questo progetto». L’iniziativa è nata nell’ambito di Prin 2017 (Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale) che unisce Politecnico e università di Venezia, Sassari, della Campania, delle Marche e l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa.