Partorisce nella stazione delle corriere di Lignano e abbandona il neonato. Il racconto del primo soccorritore

LIGNANO. Messo al mondo e abbandonato al proprio destino che nel suo caso e per sua fortuna indossava la divisa della Sogit. Se sta bene e sopravviverà ai primi drammatici minuti di vita, lo deve proprio a Giovanni Di Ciriaco, un autista soccorritore volontario della Croce di San Giovanni operativo al Punto Blu di Lignano Pineta.

È lui nel pomeriggio di lunedì 4 luglio ha prestato i primi soccorsi al neonato partorito nel piazzale dell’autostazione delle corriere di Lignano Sabbiadoro e lì abbandonato, in una pozza di sangue, dalla madre (rintracciata poco dopo in stato confusionale dai carabinieri della Compagnia di Latisana).

Alcune signore che aspettavano il pullman hanno sentito i suoi vagiti e chiesto aiuto al volontario della Sogit che per iniziare il suo turno, proprio in quel momento, aveva raggiunto il parcheggio dell’associazione per prendere il Quod utilizzato per il servizio di soccorso in spiaggia.

Le sue conoscenze di pronto intervento, assieme alle dotazioni dell’ambulanza dell’associazione parcheggiata nell’area, gli hanno permesso di prestare le prime cure al neonato, poi affidato ai medici dell’ospedale di Latisana dove si trova in osservazione, ma a quanto pare in buone condizioni, tanto che i medici non hanno ritenuto di trasferirlo nel reparto di neonatologia dell’ospedale di Udine. «In tanti anni di volontariato, prima in Veneto e in Trentino e da due anni a Lignano con la Sogit è davvero la cosa più bella che mi sia capitata», commenta Giovanni, 25enne residente a Latisana che, raggiunto al telefono, ci racconta gli attimi del soccorso. «Una signora lo aveva preso in braccio e il piccolo per fortuna piangeva, allora l’ho portato in ambulanza, messo al caldo e ho controllato i parametri in attesa dell’arrivo del servizio di emergenza da Latisana».

Proprio i 39 gradi di temperatura che c’erano nel piazzale dei pullman quando il piccolo è nato probabilmente sono stati la sua salvezza: «Per lui è stato come trovarsi già nella culla termica dell’ospedale – ci spiega Giovanni – e per tutto il tempo che l’ho avuto in osservazione ha sempre pianto e respirato bene».

Come ci racconta Federica Manfredi, infermiera della Sogit dove ieri pomeriggio erano tutti emotivamente coinvolti da quanto accaduto qualche ora prima al loro collega, «Giovanni ha prontamente avvolto il piccolo nato solo da pochi minuti in una copertina termica, ha fermato il sanguinamento del cordone ombelicale e lo ha monitorato fino all’arrivo dell’ambulanza. Un’emozione indescrivibile per lui che al suo arrivo in sede ci ha riferito di non aver mai provato un’esperienza così forte e di sentirsi profondamente coinvolto rispetto alle sorti di questo piccolo».

E infatti lunedì pomeriggio, appena finito il turno, Giovanni è andato in ospedale a Latisana ed è salito nel reparto di pediatria per sincerarsi delle condizioni di salute del piccolo che come detto sta bene. «Pesa 2 chili 650 – ci ha raccontato ancora Giovanni – sono stato un po’ con Alessandro (è così che lo hanno chiamato in reparto, ndr) vicino alla culla termica dove lo hanno adagiato e devo dire che sta proprio bene, quando sono arrivato era sveglio e decisamente vispo».

Il volontario della Sogit non è stato l’unico a passare in pediatria a Latisana per avere notizie del piccolo, anche alcune delle persone che hanno soccorso il piccolo sono passate in ospedale per avere informazioni sulla sua salute.