Un uomo si siede sulle rotaie mentre arriva il treno, lo salvano due ragazzi: «Ci siamo buttati, qualcuno doveva aiutarlo»
La testimonianza dello studente protagonista della vicenda in stazione a Pordenone: suo padre si è sbracciato per allertare il macchinista
PORDENONE. Stazione ferroviaria di Pordenone, domenica sera. Un uomo seduto sulle rotaie. Il convoglio per Trieste delle 21.15, in ritardo, è ormai in arrivo. L’altoparlante lo annuncia. Decine di viaggiatori sulla banchina, in attesa. La preoccupazione cresce, mentre l’uomo rifiuta categoricamente di spostarsi, nonostante i solleciti degli astanti. C’è chi corre a suonare al citofono della polizia ferroviaria, chi chiama il 112 per chiedere aiuto.
Il tempo stringe. Due ragazzi e un papà prendono in mano la situazione. Il genitore corre in fondo alla pensilina, si sbraccia per farsi notare dal macchinista. Il treno sta già rallentando, avvicinandosi alla stazione. Quando vede il signore, il macchinista frena. Il papà gli spiega cosa sta succedendo: «C’è un uomo sui binari, vada avanti piano, a vista».
Al convoglio, racconta il genitore, ci sono voluti dieci metri per frenare, ma ce l’ha fatta. Nel frattempo suo figlio e un altro ragazzo sono però già riusciti a portare l’uomo al sicuro, sulla banchina.
Uno dei due protagonisti del gesto coraggioso e altruista è Guido Da Re, 23 anni, pordenonese, studente a Trieste della laurea magistrale in Fisica teorica. «Stavo aspettando il mio treno – racconta Guido – quando a un certo punto un signore è sceso sui binari e si è seduto. Il treno era in ritardo, mancavano 15 minuti all’arrivo. La gente gli parlava, gli diceva di non fare così, ma non voleva spostarsi. Poi l’altoparlante ha annunciato l’arrivo del treno. Mio papà è corso in fondo per cercare di attirare l’attenzione del macchinista e fermare il treno, ma non sapevamo se avrebbe fatto in tempo a frenare, così io e un altro ragazzo, che non conosco, siamo scesi giù sul binario, abbiamo preso l’uomo in braccio e lo abbiamo portato su sull’altro binario, che era più vicino. Nessuno si muoveva, qualcuno doveva farlo, così ci siamo buttati. Era come un peso morto, non ha opposto resistenza. Quindi lo abbiamo tenuto fermo, per evitare che si lanciasse nuovamente sui binari, finché il treno non è entrato in stazione. Per fortuna il treno si è fermato. A quel punto sono arrivati i carabinieri e glielo abbiamo consegnato».
In stazione ferroviaria arrivano una pattuglia dell’aliquota radiomobile di Pordenone e l’ambulanza del 118, allertati dalla Sores, e prendono in carico l’uomo, un cittadino straniero. Il treno per Trieste riparte, con Guido e l’altro ragazzo a bordo. Due giovani da prendere ad esempio, per il senso civico che hanno dimostrato