A due anni dal rogo e della insufficiente “bonifica”
SCARMAGNO. A due anni dalla parziale ed insufficiente “bonifica” dei resti del rogo dello stabilimento Darkem e dopo sei lunghi anni dal devastante incendio della sera del 30 maggio 2016, l’amministrazione comunale ha appena emesso una nuova ennesima ordinanza per la messa in sicurezza del sito rimasto ancora nelle stesse e pericolose condizioni ambientali più volte segnalate.
Tutti i residui dell’ex deposito di prodotti chimici della Darkem, pur essendo stati coperti con dei grandi teli di plastica neri (e gli inerti del capannone distrutto) sono infatti ancora al loro posto, con un evidente danno estetico all’ambiente. Il sindaco Adriano Grassino ha quindi ritenuto necessario emettere la sua nuova ordinanza titolata «contingibile ed urgente di ripristino della recinzione e messa in sicurezza del sito Darkem, via Masero 31”. Nell’agosto del 2020, quando vennero ricoperti parte dei residui dell’incendio del capannone ex Darkem, era stata infatti sistemata una recinzione provvisoria con teli arancione da cantiere che, come spiegato nella nuova ordinanza del sindaco, non impedirebbero l’accesso all’interno del sito e quindi non assicurano la sicurezza.
L’ordinanza, emessa a seguito di un sopralluogo congiunto con il pubblico ministero del procedimento giudiziario in corso ad Ivrea, è stata emessa nei confronti di Giuseppe D’Arco, socio della Darkem ed utilizzatore del capannone, e di Andrea Verrini, in qualità di amministratore unico della società Beta di Roma, proprietaria dell’immobile andato completamente distrutto dallo scoppio seguito all’incendio del 2016. Ai destinatari dell’ordinanza il sindaco impone di provvedere, entro 7 giorni dalla notifica del provvedimento, alla delimitazione dell’area interessata con la «rimozione della esistente recinzione di cantiere, sostituita da paletti in ferro a supporto della nuova rete elettrosaldata plastificata di colore verde alta 1,5 metri della lunghezza di 125 metri, e la posa di teli in pvc impermeabili a copertura dei materiali residui dell’incendio situati all’interno dell’area interessata». Sembra che l’amministratore della Beta, Andrea Verrini abbia già declinato la responsabilità e quindi gli obblighi imposti dall’ordinanza alla società titolare del capannone industriale distrutto. Se non verrà fatto l’intervento richiesto neppure da Giuseppe D’arco della Darkem, il comune provvederà direttamente alla messa in sicurezza del sito, per la quale ha affidato l’incarico alla società Cimo di Colleretto Giacosa con le spese (che si aggirano attorno ai 5mila euro) addebitate al proprietario, ma sostenute inizialmente dal Comune di Scarmagno. —