Anziane e già affette da altre malattie: le oltre 60 vittime nella nuova ondata di Covid in Fvg
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Negli scorsi sette giorni 14 decessi contro i 6 registrati nella settimana precedente. L’età media è di 83 anni
TRIESTE. Sono di persone molto anziane e pluripatologiche i decessi da pandemia delle ultime settimane. Vengono inserite nel bollettino del Covid, ma non sono morte a causa del virus. Lo assicurano i medici che già nei giorni scorsi avevano chiarito che i contagiati ricoverati si trovano in ospedale, nella grande maggioranza dei casi, per motivi diversi. Mentre fonti regionali fanno sapere che l’età media delle vittime con test positivo al Sars-CoV-2 dal 4 giugno al 5 luglio in Friuli Venezia Giulia è di 83 anni.
Il tema della morte per il Covid o con il Covid ha creato non poco dibattito, e polemiche, in questi quasi due anni e mezzo di pandemia. L’Istituto superiore di sanità ha più volte sottolineato come l’Italia sia tra i Paesi più “scrupolosi” nel registrare i morti per Covid, che comprendono – come da definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità – tutti i deceduti a causa del Covid o perché il Covid è stato una «causa determinante». Altri Paesi in questo conteggio potrebbero essere meno affidabili. Ma, in una fase in cui, grazie al vaccino e alla ridotta pericolosità di varianti e sottovarianti del virus, in ospedale non si vedono le polmoniti che avevano caratterizzato l’inizio dell’incubo, gli esperti ospedalieri e del territorio hanno posizioni molto nette sul contesto attuale.
«A oggi abbiamo una sola paziente in terapia intensiva Covid, ma per altre cause», confermava ieri pomeriggio Giorgio Berlot, direttore Anestesia Rianimazione a Cattinara. Quanto ai decessi, aggiungeva, «è da parecchio tempo, direi da mesi, che in direzione sanitaria non segnaliamo morti per il virus». E così anche Alberto Peratoner, responsabile del 118 triestino: «Nell’ultimo mese sul territorio non abbiano nessun morto di Covid. Le vittime del bollettino sono anziani con patologie di ben altra natura. Le forme gravi della malattia, in una popolazione largamente immunizzata, sono sostanzialmente evitate dal vaccino».
I morti della pandemia, da quando il report della Regione non contiene più le informazioni sull’età e sul comune di residenza, sono numeri che si sommano nella colonna più amara di questi anni di emergenza. Se ne contano 954 dall’inizio dell’anno e 61 da giugno, quando è arrivata anche in Fvg l'ennesima ondata. Dopo un gennaio da 274 decessi, febbraio è il mese che ne ha avuti di più (289), quindi la discesa a marzo (143) e aprile (83) con una nuova impennata a maggio (104). Con i cinque di ieri (il dato più alto dal 10 giugno), negli ultimi sette giorni si sale a 14, contro i 6 del 22-28 giugno. Guardando invece al totale della pandemia in Fvg sono stati registrati 5.167 morti, di cui 2.422 in provincia di Udine, 1.294 a Trieste, 974 a Pordenone, 477 a Gorizia. Quanto alle ospedalizzazioni, l’incremento da una settimana all’altra è del 3% (167 ricoveri il 28 giugno, 172 ieri). I tassi di occupazione dei posti letto potenzialmente attivabili per il Covid restano comunque bassi: nelle terapie intensive (7 pazienti) siamo al 4%, nei reparti a media e bassa intensità (165) al 13%.
Il trend del contagio rimane intanto in rialzo, ma a una velocità che si sta poco a poco riducendo. Dopo che il confronto tra i positivi sui sette giorni rispetto ai sette precedenti ha toccato il 21 giugno, due settimane fa, il +91,5%, ieri si è scesi al +27% (10.673 casi tra il 29 giugno e il 5 luglio contro gli 8.398 dal 22 al 28 giugno). L’incidenza settimanale in regione è ora di 890 contagi ogni 100.000 abitanti, con il valore più elevato in provincia di Pordenone (945), quindi Udine (870), Trieste (842) e Gorizia (789). L’aumento più netto sui dati di sette giorni fa è però quello di Trieste (+52%), poi Gorizia (+27%), Pordenone (+23%) e Udine (+20%). Vista la fotografia e l’appiattimento della curva, le previsioni non paiono diverse da quelle nazionali. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri giorni fa, come del resto altri esperti, ipotizzava il picco attorno a metà luglio.