Ponte Morandi, via al processo. Il legale di Castellucci: ora si capiranno le vere ragioni del crollo
Al via oggi a Genova al processo per il crollo del Ponte Morandi nel quale sono imputati i vertici e i tecnici di Autostrade per l’Italia e della società di ingegneria controllata da Aspi. “Oggi, con l’avvio del dibattimento, si inizia a parlare di fatti, finalmente fuori da un processo mediatico, falsato e distorto, che, […]
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Al via oggi a Genova al processo per il crollo del Ponte Morandi nel quale sono imputati i vertici e i tecnici di Autostrade per l’Italia e della società di ingegneria controllata da Aspi.
“Oggi, con l’avvio del dibattimento, si inizia a parlare di fatti, finalmente fuori da un processo mediatico, falsato e distorto, che, fin dall’inizio – dice l’avvocato Guido Carlo Alleva, legale dell’ingegner Giovanni Castellucci, già Amministratore delegato di Autostrade, poco prima di entrare nel palazzo di Giustizia di Genova – ha ignorato la ragione del crollo del ponte, individuata dai periti del giudice dell’udienza preliminare nel grave vizio di costruzione risalente agli anni Sessanta, occulto e occultato, mai diagnosticato da nessun tecnico prima della tragedia. Questo basta, di per se, a sollevare Castellucci, che aveva un ruolo apicale in un gruppo globale, da ogni responsabilità. Perciò è importante che l’attenzione resti alta e lo svolgimento del processo accessibile”, dice ancora Alleva.
“L’inizio del processo per il crollo di Ponte Morandi rappresenta un momento importante e fondamentale per tutta la nostra comunità ma soprattutto per i familiari delle vittime, che attendono risposte per la scomparsa dei loro cari da quel terribile 14 agosto del 2018 – scrive su Facebook il presidente della Liguria Giovanni Toti. – È a loro in particolare che oggi va il mio pensiero. Noi seguiremo con attenzione e commozione tutto il processo che arriva dopo un grande lavoro dei magistrati di Genova, a cui rinnovo la mia gratitudine. Giustizia e verità da oggi sono più vicine e speriamo che arrivino al più presto. Lo dobbiamo ai parenti delle vittime, lo dobbiamo a Genova. Solo così potremo rinnovare il patto di fiducia tra Stato e cittadini crollato quel maledetto 14 agosto”.
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