È l’unica friulana in serie A1 di pallamano, storia e segreti di Eleonora Colloredo: «Adrenalina ed emozione la mia benzina»
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La Colloredo gioca nel Pontina e nell’ultima stagione ha segnato 95 reti in 24 gare approdando in azzurro
UDINE. Alla sua seconda stagione in serie A1 Eleonora Colloredo, unica friulana a militare nel massimo campionato di pallamano, si è appena guadagnata la riconferma dell’Handball Cassa Rurale Pontinia. La società laziale, arrivata ai playoff scudetto anche grazie ai gol della friulana – 95 reti in 24 presenze di campionato – ha appena pubblicato la notizia del suo prolungamento. Una soddisfazione in più per il pivot cresciuto in casa Cus Udine che dopo l’esperienza di Oderzo ha trovato un nuovo riscontro nell’avventura con la squadra guidata da Giovanni Nasta, uno dei più longevi tecnici della pallamano italiana.
E pensare che Eleonora nel 2020 aveva anche pensato di smettere. «Giocavo a Udine e il campionato è stato sospeso a causa del covid. Pensavo che non avrei giocato più, ero demotivata, mi ero concentrata sugli studi. Poi è arrivata la chiamata dell’Oderzo a darmi nuovi stimoli. Mi sono messa in gioco e ho fatto subito un battesimo del fuoco con la pallamano di alto livello. Abbiamo raggiunto la finale scudetto e vinto la Coppa Italia. Sono partita col botto». Poi però lo choc del fallimento della società. «In due settimane ci hanno comunicato di aver rinunciato all’iscrizione in A1 per problemi finanziari e ho dovuto ricominciare da capo».
Poi ecco spuntare la soluzione Pontinia. «È un progetto che mi ha subito affascinato: una società ambiziosa che vuole arrivare in alto puntando sulle giovani. In rosa abbiamo pochi e selezionati elementi di esperienza. Una di questa, la Squizziato , ci ha lasciato per Salerno (vicecampione d’Italia ndr), ma sono sicura che verrà rimpiazzata. In più riesco a mantenermi da sola agli studi».
L’ambiente nuovo l’ ha aiutato in questo cambiamento «Sì. Ho scelto Pontinia anche perché amo Roma ed ero affascinata dal poterla frequentare. In verità non è così vicina! Studio diritto alla Sapienza e vivo con altre quattro ragazze: in squadra veniamo tutte da fuori e quindi è normale frequentarsi e divertirsi al di fuori degli allenamenti. Mi trovo bene, sì. Ci alleniamo tutta la settimana anche due volte al giorno, il palazzetto ha un parquet nuovo da due anni, fa sorridere che prima ci fosse il cemento. Abbiamo una stanza per i pesi e nello staff ci sono preparatore, medico e fisioterapista. C’è tutto per fare bene». Pontinia è stata la sorpresa della stagione. «Volevamo arrivare fra le prime quattro e ci siamo riuscite. Purtroppo nella semifinale scudetto non abbiamo reso al meglio e Brixen, poi campione d’Italia, ci ha un po’ maltrattato. Quest’anno speriamo di fare ancora meglio. La società farà gli acquisti giusti».
Il suo rendimento è andato in crescendo e l’ha sottolineato anche l’allenatore. «È stata una stagione veramente emozionante e anche stancante, devo dire. Ho lavorato duramente e sono cresciuta anche a livello tattico. A livello personale oltre al titolo di MVP della finale 3°/4° posto di Coppa Italia c’è anche la convocazione in Nazionale senior a marzo, per due amichevoli in Lussemburgo. Spero possano arrivarne altre».
I momenti difficili non sono mancati: «Se devo indicarne uno dico la gara di Coppa Italia contro il Brixen: eravamo avanti di sette reti e poi l’abbiamo persa in 5’ minuti. E’ stato un trauma». Per Eleonora scendere in campo è un mix di «adrenalina ed emozione. Prima di scendere in campo mi isolo e cerco la concentrazione da sola per 5 minuti, pensando a cosa devo fare». La testa è già proiettata alla prossima stagione («mi auguro che non siano sempre le stesse due squadre a giocarsi la finale»). ma questo non significa dimenticare il passato, anzi. «Se sono dove sono il merito è del Cus Udine. Dopo dieci anni era giusto cambiare ma non smetterò mai di ringraziare il Cus e Claudia D’Odorico, la mia ex allenatrice che mi ha fatto conoscere e amare la pallamano fin dalle elementari. Spero che il lavoro nelle scuole e nei centri estivi porti i suoi frutti. Purtroppo questo sport in Friuli è poco conosciuto. È un vero peccato perché le strutture e le persone ci sono».