Il sindaco Primavori: «Strada complessa ma non vogliamo lasciare nulla d’intentato». Chi ha avuto danni dovrà segnalarli
OSTIGLIA. Partirà l’11 luglio l’iter per la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale. A distanza di quattro giorni dalla disastrosa grandinata che ha provocato ingenti danni sia alle produzioni agricole che agli edifici privati e pubblici e alle auto, l’amministrazione comunale guidata da ValerioPrimavori prova a battere la strada della calamità per tentare di fornire un ristoro, anche se parziale, alle perdite economiche subite da tanti concittadini.
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«Sappiamo che è una strada complessa - dice il primo cittadino - ma non vogliamo lasciare nulla di intentato per cercare di avere qualche contributo. La legge li prevede. Vediamo se saremo nelle condizioni giuste per ottenerli».
L’iter di fatto è iniziato già il giorno dopo la tempesta, con l’ufficio tecnico comunale che ha compiuto una prima ricognizione sui beni comunali danneggiati (palestre, edifici pubblici, ecc). Venerdì si sono poi presi i contatti con la Provincia e la Regione per far partire l’iter. «Concretamente - spiega ancora Primavori - chiederemo a chi ha avuto i danni di indicarcelo, attraverso una scheda che stiamo valutando e che in questa fase non prevede dichiarazioni certificate. Si tratterà di una prima stima, attraverso un’autodichiarazione». Raccolte dai cittadini e dalle associazioni di categoria le segnalazioni dei danni alle produzioni, ai beni immobili, ai veicoli, il Comune invierà il tutto in Regione: non esiste una soglia minima di danno né una percentuale da superare. Sarà a discrezione del Pirellone stabilire come proseguire scegliendo fra tre opzioni: chiudere la pratica perché non vi sono i presupposti per la calamità; dichiarare la calamità regionale; chiedere al governo la dichiarazione di stato di calamità nazionale.
Nel primo caso, è intuitivo, non si riceverà alcun contributo. Nella calamità regionale a essere risarciti saranno solo gli enti pubblici, in quella nazionale tocca anche ai privati. Ma nel caso di grandinate, il precedente di Gonzaga lo attesta, le difficoltà aumentano perché le norme non riconoscono la tempesta come calamità, ma solo se è associata ad altri eventi. Sempre i casi recenti nelle nostra provincia dicono però anche che le assicurazioni private non sempre riconoscono il danno. Da qui il tentativo del Comune di venire incontro alla cittadinanza colpita attraverso la strada della calamità naturale.
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