Autista consegue la Maturità a 45 anni con il massimo dei voti: «Di giorno in ambulanza, la sera studiavo»
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foto da Quotidiani locali
UDINE. Gioco facile per il cronista tirare in ballo il maestro Manzi e la sua «Non è mai troppo tardi», la trasmissione che negli anni Sessanta alfabetizzò milioni di italiani che imparavano a familiarizzare con il mezzo televisivo.
Rachele Colaone (mamma a tempo pieno), Sergio Costantini (operatore sociosanitario), Serena Zamparutti (collaboratrice scolastica precaria) ed Edoardo Pesamosca (autista soccorritore) devono aver proprio pensato che no, non fosse troppo tardi quando - tre anni fa - hanno deciso di sfidare loro stessi e riprendere in mano i libri per completare un percorso rimasto in sospeso, quello verso il diploma.
I quattro hanno dato fondo alle riserve di determinazione e impegno, completando gli studi all’istituto professionale Ceconi al termine del triennio di corsi serali. E mica si sono accontentati del diploma. Hanno fatto le cose in grande, al punto da convincere la commissione a premiarli con il massimo dei voti: cento.
Edoardo Pesamosca, 45 anni, aveva lasciato gli studi all’istituto alberghiero per cominciare un percorso professionale nel mondo della ristorazione, che l’ha portato anche in Francia e Germania. Oggi guida le ambulanze: da dieci anni è autista soccorritore in un’importante organizzazione di volontariato sanitario del territorio.
«È stato un percorso impegnativo e probabilmente senza mia moglie non ce l’avrei fatta. Le materie più ostiche? Inglese e diritto», racconta. La maturità è andata benissimo: per la prima prova ha puntato sul tema dedicato all’iperconnessione, mentre all’orale la commissione ha strutturato la chiacchierata partendo dal dramma dell’Olocausto.
«Ero molto emozionato, anche troppo – rivela –. La maturità è arrivata dopo un triennio non facilissimo, ovviamente condizionato dalla pandemia e dal ricorso alla didattica a distanza». Ma qual è stata la molla che l’ha spinto al ritorno sui banchi? «Il diploma è un requisito ormai fondamentale per giocarsi le proprie carte nel mondo del lavoro».
L’operatore sociosanitario Sergio Costantini si era invece fermato alla prima al Malignani, più di vent’anni fa. Ora, a quaranta, ha conseguito l’agognato diploma: «Avvertivo il peso di quella che consideravo una lacuna: mi sono quindi voluto togliere questo piccolo macigno dalla scarpa – spiega sorridendo –. Mi sento di ringraziare i docenti del Ceconi, capaci di seguire e comprendere le esigenze degli studenti-lavoratori, e i miei colleghi, che hanno sopportato i miei congedi in un periodo certamente non facile».
Dopo il servizio di leva al Reggimento Lancieri di Novara, all’alba del Duemila Costantini ha frequentato il corso per diventare Oss e oggi lavora alla terapia intensiva universitaria del Santa Maria della Misericordia a Udine.
Per la prima prova si è cimentato con il tema sulla pandemia, «non risparmiando qualche frecciata ai piani Covid approntati dai vari Paesi», spiega con orgoglio. «Ho scoperto uno studio più immersivo, più approfondito e consapevole: ora non mi dispiacerebbe iscrivermi all’università».