Traffico: un trevigiano su 2 usa l’auto per meno di 3 chilometri
TREVISO. Traffico piaga di questa città. Una tangenziale monca da mezzo secolo; nessuna nuova strada negli ultimi decenni – ah, la complanare di San Giuseppe; la rivoluzione del Put, ormai 22 anni fa, non seguita da altri interventi né da alcun tagliando. E dal 2017 - c’era Manildo, sceso a metà 2018 – nessun passo avanti sui bus elettrici in centro.
E adesso, il Pums? La più grande opera prevista ieri non è il quarto lotto della tangenziale. E nemmeno uno dei 44 interventi previsti. In realtà non è nemmeno un’infrastruttura, bensì un’azione culturale di dissuasione, unita a offerte alternativa di mobilità dolce e un trasporto pubblico efficientato.
La giunta Conte si pone l’obiettivo di ridurre del 20-25% il traffico privato oggi esistente nel territorio comunale, entro 10 anni. Attualmente il 29% – quasi un terzo – di chi si sposta in auto compie percorsi inferiori a 2 chilometri totali, un altro 13% si sposta con l’auto per meno di tre. In totale, il 42% di chi circola in città non fa più di 3.000 metri. Quasi la metà dei veicoli, dunque, compie spostamenti che, come ha ribadito il sindaco Mario Conte, «si possono fare in bici o a piedi, con il sole o con la pioggia».
Un dato choc, quello emerso dallo studio dei flussi condotto dagli uffici di Ca’ Sugana. «Puntiamo almeno a dimezzare, nell’arco del Pums, questa componente del traffico – ha sottolineato De Checchi – pensiamo sia realistico togliere dalla strade almeno il 30% di questo traffico, tra rete ciclopedonale, il bike sharing, incentivi premiali all’uso della bici, un sistema di trasporto pubblico mirato. Non solo questo. In centro, poi, decolleranno gli itinerari circolari delle navette, che avranno un’estensione significativa nell’area della cittadella sanitaria. Se il Pums copre un arco di 10 anni, la nuova cittadella sarà operativa a pieno regime dal 2025.
Ed ecco che il Pums prevede, oltre ai park, le piste ciclabili e le navette elettriche al servizio della maxistruttura sanitaria che rivoluzionerà il Ca’ Foncello. «Sono strumenti che alleggeriranno i flussi di traffico», ha precisato De Checchi, «le navette a cadenza aumentata diventeranno un’alternativa anche per l’ingresso/uscita dalla città, e poi la passerella sul Sile e la ciclabile ad hoc per l’ospedale, con tanto di varco da via Venier, diventeranno una modalità di accesso agevole, ecologica in un’area che oggi soffre». Inevitabile un accenno al nodo dell’intersezione tra via Venier e il Put al ponte Garibaldi, più noto come Dal Negro: «Nemmeno l’allargamento del sottopasso, che pure serve, è la soluzione al nodo viario, purtroppo», ha chiosato il numero due della giunta, «perché il problema è la mancanza di un terza corsa preferenziale di immissione sul Put, da realizzare sul ponte».
Anche l’apertura degli uffici pubblici all’ex caserma Salsa, in una S. Maria del Rovere che soffre (lo ribadisce ora il cantiere oltre il sottopasso di via Brigata Marche) dovrebbe diventare realtà in due o tre anni. «E lì scatterà una revisione viabilistica di tutto il quadrante di Santa Maria del Rovere, fino a via Ghirlanda», preannuncia il vicesindaco, facendo capire che coi sarà una sorta di piano urbano con interventi molto forti.
Altra scommessa forte del Pums è la tangenziale allungata alla Feltrina: «Con il quarto lotto saranno enormi i benefici per San Giuseppe, la Castellana e per l’asse della stessa Feltrina», ha concluso. Facciamo due conti: in 60 anni l’anello esterno, il fatidico Ring, sarà quasi al 50%A.p.