Alla Wärtsilä di Trieste crescono i timori sul futuro
Allarme per le ipotesi circolate nelle ultime ore (non confermate) che prevedono il ridimensionamento della produzione
TRIESTE L’allarme sul futuro di Wärtsilä torna a serpeggiare. Perché le fonti imprenditoriali, sindacali, istituzionali convergono, pur fra molti dubbi, su una ipotesi preoccupante: in queste ore Wärtsilä si accingerebbe ad annunciare un drastico ridimensionamento dello stabilimento di Bagnoli.
Si parla di un taglio occupazionale di 400 addetti, che colpirebbe in particolare i reparti di produzione motoristica marittima e terrestre: in sostanza, a Trieste resterebbe solo l’attività di “service”, cioè di assistenza tecnica. Qualora confermata, la notizia attesterebbe più o meno il dimezzamento dell’organico della fabbrica, oggi poco sotto il migliaio di dipendenti. Senza contare la mazzata sulle attività indotte, che impegnano ben oltre il centinaio di unità. Al momento non risultano convocazioni o comunicati del gruppo finnico. Il sito preannuncia che giovedì 21 luglio alle 8.30 sarà pubblicato il report sul primo semestre 2022. Che vi fossero forti timori sulle prospettive della multinazionale finlandese riguardo il territorio, è documentato dalle insistenti denunce dei sindacati, che dall’inizio dell’anno paventano il rischio di depauperamento produttivo e di conseguente esubero occupazionale.
Già dopo l’incontro di febbraio con due dirigenti giunti da Helsinki, Fim-Fiom-Uilm avevano insistito su alcuni elementi: il forte investimento impostato in madrepatria sugli stabilimenti di Helsinki, Vaasa, Turku, dove Wärtsilä ha puntato 350 milioni; la scarsa chiarezza della multinazionale nel delineare la missione industriale triestina; l’emorragia di posti-lavoro tra le “tute blu” scese da 260 a 220 addetti.
La questione di fondo - a giudizio delle sigle sindacali - riguardava soprattutto le produzioni innovative, sulle quali l’orientamento aziendale era favorevole allo sviluppo in Finlandia. «E in Italia cosa si sarebbe fatto?», si chiedevano i sindacati.
Il recente viaggio del ministro Giorgetti a Helsinki sembrava aver chetato le paure, che adesso tornano a turbare l’ambiente economico-sociale triestino.