Udine, la protesta del comitato di San Domenico: «Il trasloco penalizza molti residenti»
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La referente: il sacrificio di molte famiglie non può diventare speculazione di passerelle mediatiche
UDINE. «Non va dimenticato che questo progetto sarà realizzato partendo dal sacrificio di alcune famiglie. Vogliamo che questo aspetto abbia la giusta considerazione, senza però farlo diventare oggetto di speculazione e di passerelle mediatiche».
Simona Longhitano è la referente del comitato di San Domenico, sorto nel quartiere dove si sta realizzando il progetto di riqualificazione urbana Pinqua, destinato a cambiare radicalmente l’aspetto e l’accessibilità della zona grazie ai fondi del Pnrr.
Ormai i primi traslochi sono in fase di avvio, ma al comitato, che ha sempre cercato di mantenere un atteggiamento collaborativo con amministrazione comunale e Ater, non sono piaciute le recenti affermazioni dell’assessore alla Pianficazione territoriale, Giulia Manzan.
«Le persone – aggiunge Longhitano – non vanno utilizzate per giustificare rallentamenti sulle fasi di avvio dell’appalto a San Domenico. Questo è ciò che chiediamo a gran voce. Ater nel giro di un mese ha concluso l’assegnazione del progetto esecutivo e individuato l’azienda che effettuerà i traslochi. Il Comune, invece, ha concluso la gara per l’assegnazione del progetto a fine giugno e non si sa ancora nulla su chi redigerà il progetto definitivo. Chiediamo che non si usino le persone come scudo per nascondere le problematiche e le lungaggini del palazzo municipale, e mi riferisco alla mancanza di personale, ai cambi di regia, alla poca collaborazione, alla scarsa propensione al confronto politico», sottolinea la referente del Comitato. Longhitano riserva una stoccata all’assessore Giulia Manzan, che nei giorni scorsi ha fatto un sopralluogo nel quartiere.
«Si è presentata con meno di un’ora di preavviso e non per parlare con gli abitanti, ma solo perché c’era la stampa».
Il Comitato si è quindi soffermato sulle problematiche legate al trasferimento delle persone, operazione che coinvolgerà 65 nuclei familiari: «Da maggio – prosegue ancora la referente Longhitano – i residenti, a turno, sono stati chiamati in Ater per essere messe a conoscenza delle soluzioni adatte alle loro esigenze: per alcune si è trattato di proposte risultate accettabili o migliorative, per altre decisamente meno. Ci sono vari aspetti da affrontare, a cominciare dai mobili esistenti da adattare o da cambiare, per finire con la rete di relazioni che ogni residente ha costruito e vorrebbe mantenere. Abbiamo pure coinvolto la comunità Piergiorgio affinché sostenga chi ha disabilità importanti ed è chiamato ad adattarsi alla nuova situazione».
Longhitano ha quindi ricordato lo sforzo messo in campo dal comitato negli ultimi mesi: «Ci siamo resi disponibili, insieme alle associazioni che operano nel quartiere, per aiutare le famiglie nel preparare il trasloco. Abbiamo aperto un punto di ritrovo nella parrocchia e fornito i nostri riferimenti telefonici. Ora ci piacerebbe si formasse un tavolo con tutte le forze politiche, per dimostrare che un’operazione così importante dal punto di vista economico e sociale va gestita con una visione ampia e lungimirante, al di là delle scadenze elettorali. Il sacrificio di oggi deve trovare una giustificazione per il domani», chiude Longhitano