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Июль
2022

In Permasteelisa 35 gradi, rivolta operaia “clima” riparato e sciopero scongiurato

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VITTORIO VENETO. Trentacinque gradi. Caldo opprimente già a star fermi, figuriamoci a dover lavorare in fabbrica. Succede alla Permasteelisa di Vittorio Veneto, dove non si è arrivati allo sciopero come alla vicina Irca, ma quasi: dopo le proteste dei lavoratori e diversi incontri di Rls (rappresentati dei lavoratori per la sicurezza) e Rsu con i vertici aziendali, ora si è trovato un accordo per l’avvio – previa sistemazione dell’impianto, fermo da tempo – del sistema di climatizzazione.

Richiesta e stallo

Da giovedì, dunque, i circa seicento lavoratori della sede vittoriese del colosso multinazionale attivo nel mercato delle coperture architettoniche possono tirare un sospiro di sollievo, letteralmente. La situazione si era fatta a dir poco complessa dal picco di calore iniziato a metà luglio: i termometri in fabbrica rilevavano quotidianamente temperature di 34/35 gradi centigradi. Condizioni estreme per lavorare, tanto che i responsabili sindacali hanno chiesto all’azienda di intervenire. Peccato che l’impianto di condizionamento fosse fuori uso. «Da lì è partita una serie di incontri per convincere l’azienda a intervenire al più presto – racconta Enrico Botter, segretario provinciale dei metalmeccanici Fiom Cgil – perché alle prime richieste dei lavoratori erano stati opposti “problemi tecnici”».

Intervento e soluzione

Una situazione che ha contribuito ad alzare la temperatura, questa volta per fortuna solo in senso figurato. «L’intervento di manutenzione dell’impianto di condizionamento andava sicuramente fatto molto prima – dice Botter – eravamo anche arrivati quasi al punto di valutare uno sciopero e di proporlo ai lavoratori, ma alla fine l’azienda è intervenuta in maniera concreta e da giovedì l’impianto di climatizzazione è in funzione». Tempo un paio di giorni – viste le ampie cubature – e il refrigerio dovrebbe rosicchiare qualche grado provvidenziale alla calura di questo luglio torrido.

I precedenti

Nei giorni scorsi alla Irca, come accennato, in zona industriale a San Giacomo, si era arrivati allo sciopero per il caldo, che aveva toccato addirittura i 37 gradi all’interno della fabbrica. Secondo le Rsu, le condizioni di operatività non sono di fatto “convenienti” neppure ai fini della produzione, perché i lavoratori operano in uno stato di disagio tale da rallentare ogni loro azione. Convinzione che anche il segretario Fiom fa sua in merito a Permasteelisa: «Il caldo eccessivo rappresenta un problema di salute e di sicurezza dei lavoratori innanzitutto – dice Botter – ma ne va anche della qualità dei prodotti, che hanno alcune lavorazioni che prevedono incollaggi e siliconature e possono risentire delle temperature estreme».

La cassa integrazione

Proprio in queste ore la Cgil ha ricordato che sono possibili anche interventi “straordinari” come – e qui il chiarimento della la nota congiunta Inail-Inps – la richiesta di cassa integrazione guadagni ordinaria con causale “eventi meteo”, già prevista da tempo, che può essere attivata per riduzione o sospensione dell’attività lavorativa quando le temperature superano i 35 gradi. 




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