Mantua Surgelati: cda rimosso, un commissario dal tribunale

MANTOVA. «È innegabile la sostanziale inattività del consiglio di amministrazione che, a causa del dissidio tra i suoi due componenti, non pare in grado di adempiere al suo ruolo». A poco più di quattro mesi dal primo ricorso presentato da Federica Freddi per irregolarità gestionali del fratello Franco, la sezione specializzata imprese del Tribunale civile di Brescia ha deciso il commissariamento della Mantua Surgelati revocando fratello e sorella dalla carica di componenti del consiglio di amministrazione e nominando l’avvocato Ferruccio Gasparini di Brescia amministratore giudiziale della società di Castelbelforte «per la durata di mesi otto mesi, conferendogli i poteri di ordinaria amministrazione e, previa autorizzazione del Tribunale, anche quelli di straordinaria amministrazione». È quanto si legge nel decreto datato 22 luglio, giorno dell’ultima udienza, emesso dal presidente Raffaele Del Porto. Decreto che accoglie la richiesta della socia Francesca Freddi, del presidente del collegio sindacale Paolo Rebecchi e del curatore speciale nominato dallo stesso tribunale Giovanni Pigolotti. Mentre Federica Freddi aveva chiesto la revoca del fratello e «in subordine ogni diverso provvedimento ritenuto opportuno».

Già al lavoro ieri mattina in azienda, Gasparini dovrà entro marzo 2023 valutare «l’opportunità» dell’adozione del modello organizzativo gestionale per prevenire la responsabilità penale della società, ma soprattutto «verificare se vi sia soluzione al problema di fondo della società costituito dalla conflittualità in ambito assembleare» rimuovendo le irregolarità riscontrate. Nel frattempo dovrà, entro il 31 ottobre inviare una relazione al tribunale su: «Sussistenza del presupposto della continuità aziendale; funzionamento assembleare; adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile».

Nelle motivazioni alla sua decisione il tribunale spiega che dal 6 maggio si sono tenute soltanto due riunioni del cda e nessuna «è stata convocata per affrontare le importanti tematiche finanziarie ed economiche della società in un contesto aziendale e di mercato non favorevole». E che «la necessità di un intervento immediato» è dovuta all’attuale situazione della società: contrariamente da quanto sostenuto da Federica «che si sarebbe in presenza di una crisi non industriale ma solo finanziaria», la realtà è che dopo gli esercizi positivi dal 2018 al 2021 «nel 2022, a causa soprattutto dei rincari delle materie prima e del costo dell’energia, ha invertito la tendenza» e l’andamento economico dei primi quattro mesi del 2022 «fa rilevare perdite mensili di importo significativo». Da un conto economico preconsuntivo al 30 aprile emerge infatti un risultato ante imposte, riferito alla sola gestione caratteristica, negativo per circa 1,4 milioni di euro e la previsione è che «la perdita sia destinata a peggiorare ulteriormente»: la stima è superiore ai 2,5 milioni di euro al 30 giugno.

Scrive il tribunale che «impedire il corretto funzionamento del cda con comportamenti ostruzionistici è certamente una grave irregolarità gestionale da parte degli amministratori», situazione questa imputabile ad entrambi a partire dall’aver più volte disertato il consiglio. Ma con dei distinguo. Per Franco Freddi l’unica contestazione «pertinente» mossa dalla sorella (che comunque il tribunale ritiene «anomala» in quanto lei stessa amministratrice) è quella che concerne la mancata adozione del Modello organizzativo gestionale non obbligatorio. Di contro la presentazione pubblica di Federica Freddi, di un piano industriale non concordato e non comunicato all’altro amministratore «è evidente prova della non volontà di concreta collaborazione» così come la «condotta in sede di approvazione della bozza di bilancio del 2020 che, nel giugno del 2021, ha ritenuto non approvabile, necessitando di varie specificazioni e integrazioni, e che, nel dicembre dello stesso anno, ha approvato tal quale» è indice della «pretestuosità del comportamento della ricorrente».