No alla discarica di pezzi d’auto Sorgà annuncia il ricorso al Tar
MANTOVA. “Spes ultima dea”. La speranza è l’ultima a morire. Unitamente ai pareri di un legale. Il sindaco della veronese Sorgà, Christian Nuvolari, nell’ultimo consiglio comunale ha annunciato di voler procedere alla presentazione di un ricorso al Tar del Veneto contro la discarica di car fluff di recente autorizzata dalla stessa Regione in località De’Morta a Pontepossero di Sorgà a poche centinata di metri dal confine col Mantovano e precisamente con il territorio di Castelbelforte. Il sindaco si è detto fermamente deciso a proseguire la battaglia contro la discarica con tutte le vie legali possibili.
Nuvolari ha sottolineato che «secondo il nostro legale ci sono forti e fondate ragioni per vincere il ricorso, dato che sia la politica che il Comitato tecnico regionale Via (Valutazione impatto ambientale) che ha fornito il parere tecnico, non hanno palesemente rispettato alcune regole in vista dell’ottenimento del Paur (Provvedimento autorizzativo unico regionale, ndr)». Secondo il sindaco sono due i punti critici su cui poter far leva, entrambi sull’iter procedurale di richiesta del Paur. «Non sono stati rispettati i termini perentori dei 30 giorni nella presentazione della documentazione e il progetto non è stato presentato in modo completo perché successivamente ridotto e ripresentato tre volte, senza averci dato la possibilità di rivederlo nella sua completezza». Il parere positivo alla discarica, rilasciato dalla Regione Veneto a giugno, era accompagnato da una diverse prescrizioni di vario genere, rivolte alla Rottami Metallici Italia (RMI) spa, l’azienda che costruirà l’impianto e che ora dovrà fornire ulteriore documentazione. Fra queste prescrizioni della Regione vi è la messa in sicurezza di via Bosco, la strada comunale che porta alla discarica in località De’Morta, a Pontepossero, la cui carreggiata dovrà essere allargata, passando dagli attuali metri 3, 5 portandola a metri 10, con una spesa minima di 1,5 milioni a carico della RMI. L’amministrazione comunale di Sorgà ha il timore di dover integrare tale somma.
Non da ultimo, c’è il tema del risarcimento ambientale ovvero il contributo economico che la RMI dovrebbe versare a favore del Comune veronese a titolo di compensazione ambientale per i disagi derivanti dalla realizzazione dell’impianto. Trattandosi del conferimento di rifiuti in contro proprio, il contributo non potrà superare un euro a tonnellata di rifiuto conferito. Una cifra che il sindaco ritiene irrisoria. Nuvolari si è chiesto come sia possibile per un Comune piccolo controllare l’attività di una ditta «con le scarse risorse umane ed economiche che abbiamo? Si tratta di una grande presa in giro».
In oltre due anni di confronti con il problema car fluff, dalle casse comunali sono già usciti 29 mila euro di spese. Una somma che lascia il segno nel bilancio di un piccolo Comune come Sorgà.