Il goriziano Gadjiev sulle note di Chopin: «Sarà qualcosa di estemporaneo»
CIVIDALE. Polacca fantasia, The Mazurcas e Sonata n.2: tre capolavori per una serata tutta nel nome di Chopin con la maestria e il talento del giovane goriziano Alexander Gadjiev, oggi(sabato 30 luglio) tra i pianisti emergenti più acclamati a livello internazionale.
Dopo gli exploit italiani di queste settimane con la Sinfonica Nazionale della Rai a Torino e su Rai5, al festival pianistico Brescia e Bergamo e un sold out al Conservatorio di Milano, si esibirà alle 22 al Convitto Paolo Diacono di Cividale per quello che forse è l’appuntamento più di rilievo di Mittelfest 2022.
Ecco allora “Sonate all’improvviso”, un recital in cui il pianista goriziano (di padre russo) eseguirà una serie di improvvisazioni dai e sui brani citati. E non è idea peregrina «perché – spiega Gadjiev – l’improvvisazione è sempre esistita in musica soprattutto tra i compositori che scrivevano per pianoforte. Poi è scemata e si è trasferita solo in ambito jazzistico. E Chopin stesso è stato un grande improvvisatore. E anche io mi diletto in questa pratica, quasi sempre in veste privata, ma spesso anche come bis, proprio per offrire al pubblico qualcosa di estemporaneo».
Nel caso del concerto di stasera le improvvisazioni previste tra un pezzo e l’altro di Chopin costituiscono dei momenti a sé oppure creano un senso di continuità lungo tutta l’esibizione?
«Vedremo: l’improvvisazione in sé può essere un momento per scoprire anche questo ruolo dell’esecutore. Ad esempio posso ritornare sul brano eseguito se in esso trovo qualcosa di stuzzicante e “improvvisabileriesco”, oppure proseguire in modo completamente diverso».
Tutto ciò dipende da?
«Da me in primo luogo e molto dalla situazione, da come il pubblico reagirà, perché nell’improvvisazione la cosa più bella è il rapporto spontaneo con le circostanze».
Lei ha un progetto pluriennale con Mittelfest, può anticiparci qualcosa?
«Visto che Mittelfest è sempre stato un contenitore di spettacolo multidisciplinare, non mi spiacerebbe presentare in uno dei prossimi anni un programma assieme a un attore, fare qualcosa che leghi musica e teatro: cosa che peraltro ho già fatto in passato. Questa potrebbe essere un’opzione».
Oramai è un pianista lanciatissimo, come i destreggia tra studio, concerti, viaggi?
«Se devo viaggiare, ovviamente lo studio al piano si riduce molto, diventa soprattutto più mentale. Anche se ho scoperto un’altra faccia di questa vita così in giro per il mondo, che è quella di essere spesso in contatto con tante persone, giornalisti per le interviste piuttosto numerose e in tante lingue diverse (Gadijev ne parla cinque, ndr.), e poi agenti, direttori di teatri, entrare nel vivo della programmazione».
C’è già qualcosa in questo senso nel suo futuro?
«Si, a settembre partirò per un lungo tour di due mesi in Australia e proprio in una location unica, un centro pittoresco a un centinaio di chilometri da Sydney, dirigerò un piccolo festival con quattro pianisti, con musiche per due pianoforti, a quattro mani…: una cosa questa che è sempre stata un mio sogno. E sarà un’esperienza molto importante che spero di riproporre anche qui in regione».
Tentazioni di musica contemporanea?
«C’è attrazione e anche la ricerca, nel senso dell’improvvisazione, sarà legata a schemi musicali più moderni e lo scopriremo a Cividale. Peraltro ho suonato diverse volte Berio, Boulez, Ligeti, l’americano Gann. E poi sto lavorando con un mio amico compositore, Andrea Miazzon, a Berlino proprio su un progetto di musica contemporanea».