Ivrea, romanzo pendolare: come da un piccolo ritardo sul binario unico può scatenarsi un effetto domino
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Giornate nere quelle di martedì e mercoledì scorsi tra treni arrivati fino a un’ora dopo e corse cancellate a causa di un passaggio a livello in tilt
IVREA. Basta un piccolo ritardo, anche solo di dieci minuti, per scatenare un effetto domino di stop and go - causa treni incrocianti su un binario unico - che il treno arriva a destinazione anche con un’ora di ritardo. Se poi si aggiungono i passaggi a livello, ancora troppi sulla linea Aosta-Ivrea-Torino, ecco servita l’odissea dei viaggiatori che per motivi di lavoro o studio si recano quotidianamente a Torino o ad Aosta.
Andrea Benedino, storico pendolare e fino a qualche settimana fa amministratore comunale Ivrea, pubblica spesso sui social il suo romanzo pendolare. Martedì e mercoledì scorsi sono stati giorni neri per chi si è spostato lungo questa tratta. A far infuriare i pendolari non ci sono solo i ritardi, che sono quasi all’ordine del giorno, ma l’assenza totale di informazioni fornite da parte del personale di Trenitalia.
Nella giornata di martedì, solo per fare un esempio, il treno delle 18.34 Torino-Ivrea è rimasto bloccato tra Mercenasco a Candia, avendo già accumulato in precedenza un ritardo di oltre 20 minuti, arrivando così a destinazione un’ora dopo del previsto. La causa? Pare ci fosse un treno fermo a Strambino e finché non è ripartito quello, il convoglio diretto a Ivrea è restato in coda.
Il giorno dopo le cose sono andate peggio, molto peggio. Per tutto il pomeriggio e la serata si sono registrati ritardi fino a 50 minuti e treni cancellati (come quello delle 20.42 Ivrea-Torino). In questo caso i pendolari hanno preso il treno locale fino a Chivasso, dove però qualche minuto di ritardo ha fatto perdere loro la coincidenza per Torino (altra attesa di 30 minuti in stazione). Questa volta pare ci fosse un passaggio a livello in tilt tra Pont-Saint-Martin e Tavagnasco. In alcuni casi, davanti un passaggio a livello che non abbassa le sbarre, il macchinista deve infatti fermarsi ed aspettare l’arrivo sul posto del personale prima di poter riprendere la corsa.
La qualità dei viaggi sulla tratta Aosta-Ivrea-Torino è nettamente peggiorata dalla fine del 2019, quando la Valle d’Aosta (Regione a cui è in capo la linea) ha optato per i treni bimodali, ossia convogli in grado di viaggiare sia con il motore diesel (da Aosta fino a Ivrea) sia con la linea elettrica da Ivrea a Torino. Questo ha consentito ai valdostani di non dover più cambiare treno una volta giunti nella stazione eporediese. Peccato, però, che i nuovi bimodali sono troppo piccoli (appena 224 posti a sedere). Di fatto nelle ore di punta, ma non solo, i treni arrivano a Ivrea dalla Valle d’Aosta già strapieni, costringendo i pendolari canavesani a restare in piedi per tutto il viaggio. A nuovi problemi si aggiungono quelli di sempre: una serie interminabile di passaggi a livello la cui demolizione procede troppo a rilento.