Mantova, orari dei negozi: «Serve un confronto in cabina di regia»

MANTOVA. «Bene il lavoro dell’amministrazione per incrementare l’attrattività della città, ma programmare eventi serali settimanali nel quadrimestre settembre-dicembre sarebbe molto probabilmente fallimentare, perché è sbagliato il periodo: meglio posticipare a marzo per sfruttare tutto il periodo primaverile e di inizio estate quando la città esprime il suo massimo fulgore e le persone». Continua il confronto a distanza tra Confcommercio e sindaco Mattia Palazzi sulla proposta, avanzata da quest’ultimo, di introdurre una modifica negli orari di esercizio dei negozi in centro storico.

Da un’iniziale contrapposizione, i toni si sono un po’ smussati. Ma a prendere la parola, adesso, sono anche Confesercenti e il sindacato Uiltucs. La prima argomenta che il luogo più adatto «alla condivisione e alla discussione di tali argomenti sono i tavoli della cabina di regia del Distretto urbano del commercio, dove da tempo chiediamo che questo strumento, come avviene in altre città, diventi luogo di programmazione, pianificazione e implementazione di iniziative volte al rilancio dell’attrattività della città». Secondo Confesercenti i nodi non sono soltanto legati alla programmazione degli eventi o agli orari, ma fenomeni come «i cambiamenti nelle abitudini di spesa dei consumatori, lo smart working, l’e-commerce, la crisi economica e la concessione per la costruzione di strutture di vendita di grandi dimensioni avvenuta negli anni passati che ha accompagnato una crescente presenza di negozi vuoti».

Michele Grieco, segretario provinciale della Uiltucs, esprime «sorpresa per il fatto che le possibili aperture nelle giornate festive e domenicali sia oggetto di polemica tra due soli soggetti: il Comune e Confcommercio. Nessuno prende in considerazione i lavoratori del settore. Il confronto va benissimo, ma va fatto a 360° coinvolgendo anche i rappresentanti dei lavoratori, Cgil, Cisl e Uil. Non si può parlare di aperture festive o allungamenti degli orari senza considerare i contratti nazionali di categoria».