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2022

Excelsior e Des Bains, la storia infinita e cosa c'è dietro realmente

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LIDO DI VENEZIA. L’hotel Excelsior venduto per dare il via libera - banche permettendo - al rilancio del Des Bains, chiuso e abbandonato da anni. Segna un punto di svolta per il futuro dei due iconici alberghi lidensi, entrambi rientranti nel fondo Lido di Venezia II, l’accordo siglato a Milano tra Coima Sgr, che ha in gestione il fondo, e l’operatore alberghiero inglese London &Regional Hotels per la vendita dell’hotel Excelsior, già in gestione al gruppo inglese che ha anche reso disponibili ulteriori risorse destinate alla ristrutturazione dei finanziamenti originari dell’Hotel Des Bains, favorendo il relativo piano di valorizzazione.

Il fulcro dell’operazione sta nella ristrutturazione finanziaria del fondo Lido di Venezia II, a cui Coima è subentrata nel 2015 su richieste delle banche dopo il fallimento di Est Capital. Il fondo fino a ieri era infatti indebitato per 137 milioni di euro, di cui 92 milioni relativi all’Hotel Excelsior e 45 milioni al compendio dell’Hotel Des Bains.

Ora la vendita dell’Excelsior ha consentito il rimborso integrale delle linee di finanziamento per l’Excelsior concesse da Intesa San Paolo e Unicredit, pari a 92 milioni.

L’esposizione del ceto bancario si è ora ridotta del 67%, e cioè dell’intera quota relativa proprio all’hotel Excelsior che ora - dopo i lavori di ristrutturazione degli anni scorsi e il rinnovo delle concessioni delle spiagge per altri 20 anni - continuerà ad essere gestito da London&Regional.

Ma allora qual è il collegamento con il Des Bains? Con la ristrutturazione del debito, l’obiettivo di Coima è che ora le banche possano dare l’ok al piano di ricapitalizzazione di complessivi 150 milioni di euro per recuperare il Des Bains chiuso nel 2010 (un piano precedente, da 100 milioni, era stato presentato nel 2020 e bocciato dalle banche).

INTERPRESS INTERPRESS - Interpress/ Gf.Tagliapietra.27.08.2018.- Allestimenti Mostra del Cinema-Sala Operativa Interforze-Mostra fotografica Hotel Des Bains alla presenza di Paolo Baratta, Alberto Barbera e Manfredi Catella.

Il piano di investimento include un contributo in termini di equity di circa 70 milioni di euro da parte di Coima. Accantonata l’idea di Est capital della creazione di residenze di lusso, con smantellamenti e demolizioni, il nuovo piano ha l’obiettivo di riportare il Des Bains agli antichi splendori di gioiello liberty inaugurato nel 1900 .

Ecco perché è già stata avviata una selezione del nuovo operatore dell’hotel e della spiaggia – la cui concessione è stata a sua volta rinnovata per altri 20 anni – attraverso la presentazione di offerte da parte di quindici catene internazionali.

Una volta selezionato l’operatore sarò elaborato il progetto definitivo, che sarà comunque rispettoso della sua destinazione originaria di hotel con 190 camere, del Lido e della sua storia.

«L’intervento di ristrutturazione», spiega Coima in una nota, «rispetterà un principio di conservazione e recupero dell’esistente, in particolare dei saloni monumentali, e includerà il consolidamento delle strutture, paramenti murari, fondazioni, solai e coperture, nel rispetto del vincolo paesaggistico monumentale che sarà condiviso con la Soprintendenza». Già si parla della realizzazione di una nuova Spa nell’hotel.

Dopo anni di stallo, e con le incognite legate alla vicina area dell’ospedale al Mare tutte ancora da risolvere, dal recupero del Des Bains passa anche il necessario rilancio del Lido. Aspetto questo che Coima dice di non sottovalutare.

«Il Lido», conclude la nota, «può rappresentare una straordinaria operazione nazionale di rilancio del turismo mettendo a sistema le caratteristiche storiche, culturali e ambientali che lo qualificano e che potrebbero contribuire a farlo tornare una destinazione mondiale. Per questo la chiave di volta è che i principali attori, soggetti pubblici e privati, lavorino insieme in squadra».

***

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LA STORIA

Dalla chiusura al crollo del tetto partita a scacchi sul gioiello liberty

Chiuso da dodici anni, ad eccezione della parentesi di pochi giorni per l’esposizione fotografica durante la Mostra del 2018. Ma a parte questa unica eccezione, l’immagine del Des Bains a cui ormai ci si è abituati è quella di un cancello nero chiuso da una catena e dei pannelli in compensato davanti a quello che una volta era l’ingresso principale.

Una partita a scacchi, quella che finora si è giocata sul futuro del gioiello liberty. Da una parte Coima, la società di gestione che fa capo all’imprenditore milanese Manfredi Catella che amministra ormai da diversi anni il fondo immobiliare che possiede sia il Des Bains sia (fino a ieri) l’Excelsior.

E dall’altra le banche, tra i principali quotisti del Fondo, a cominciare da Unicredit e Intesa San Paolo. Sullo sfondo, il fallimento della precedente gestione targata Est Capital, che prevedeva di trasformare l’hotel in un complesso di costosissime residenze alberghiere.

Un piano che ha portato solo alla chiusura dell’albergo, in attesa di lavori mai cominciati, e alla silenziosa spoliazione dei suoi arredi storici.

Sul tavolo c’è dal 10 maggio l’offerta vincolante di ricapitalizzazione finalizzata alla riqualificazione del Des Bains unitamente al parco, alle ville e alle attrezzature a mare presentata da Catella ai quotisti.

L’ultima mossa, prima che salti tutto, con il rischio che l’immobile venga messo in vendita. E che ogni possibile discorso sul suo recupero riparta da zero. L’albergo nel frattempo è stato messo parzialmente in sicurezza dopo il crollo di parte del tetto avvenuto l’altra estate.

Ma non ci sono solo le banche e le società di gestione, a muoversi intorno al futuro del Des Bains. È anche la cittadinanza del Lido che in questi anni, con manifestazioni e iniziative, ha preteso risposte sul futuro di un’icona dell’isola, riconosciuta in tutto il mondo.

Da ultimo, il Comitato Ambientalista Altro Lido con una lettera inviata a sindaco e Biennale per denunciare lo stato di abbandono. Un’iniziativa che seguiva di qualche giorno l’appello lanciato dallo storico dell’arte e critico Vittorio Sgarbi per la rinascita del Des Bains. Ora la parola alle banche. —




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