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Июль
2022

Nasconde il denaro nella fotocopiatrice, se ne dimentica e la porta in discarica: triturate banconote per un milione di euro

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ROMANO D'EZZELINO. Nel Veneto degli "schei" nascondono le mazzette da 200 e 500 euro nei cassetti delle fotocopiatrici. Una volta c'era il buon vecchio materasso, poi il sistema si è fatto più sofisticato con i paradisi fiscali, ora evidentemente c'è un ritorno alle mura domestiche. O alle mura del "capanon", come direbbe il Pojana interpretato da Andrea Pennacchi.

In provincia di Vicenza un pensionato ha nascosto un milione di euro in una fotocopiatrice, salvo poi dimenticarsene e portarla in un ecocentro per lo smaltimento.

Inutili le due o tre telefonate disperate successive, il macchinario da ufficio è stato disintegrato dai rulli e con esso anche tutto il suo contenuto. Difficile rendere lo sconcerto che accomuna una cerchia di persone.

Innanzitutto il proprietario della vecchia fotocopiatrice, un anziano di Chiampo, che lì dentro aveva nascosto un capitale. Poi i dipendenti della Sea Spa di Romano d'Ezzelino (Vicenza), azienda specializzata nel recupero e smaltimento di rifiuti speciali.

Nel momento in cui un macchinario del genere viene conferito all'ecocentro, diventa proprietà della discarica. Agli operai in servizio, coloro che se ne sono accorti per primi, sono rimasti però solo coriandoli fucsia e giallognoli: i colori del dramma della ricchezza sfiorata.

«Se ci penso ancora mi arrabbio. A norma di contratto eravamo ormai proprietari del materiale. I nostri dipendenti sono sbigottiti», ha confermato Giuseppe Ziliani, amministratore delegato di Sea spa, al Giornale di Vicenza.

Il problema è che adesso non è più tempo di pianti. La situazione si fa seria, perché questo è diventato un affare per la Guardia di finanza. Bisogna ricostruire un quadro di sicura evasione fiscale: chi, come, quando, perché.

Si parte dalle telefonate ricevute dall'ecocentro, telefonate partite dagli uffici di un Comune della provincia di Vicenza. «La prima volta ci hanno chiesto se avevamo già smaltito le fotocopiatrici», ha detto sempre Ziliani, «La seconda hanno raccontato di un anziano che era nel panico perché sosteneva che dentro uno dei macchinari aveva lasciato un testamento importante e doveva recuperarlo. Ma alla seconda telefonata avevamo già visto i coriandoli delle banconote».

Altro che testamento, altro che giallo. L'unica tinta che colora tutta questa storia è il nero, quello dell'evasione fiscale.

Qualche sospetto su chi sia la vittima della svista milionaria c'è. A Chiampo il sindaco Matteo Macilotti è laconico: «Non sappiamo il nome del concittadino». Pare confermato che sia andato in municipio. «Una mattina l'ho visto, molto agitato», conferma il primo cittadino, «voleva rientrare in possesso del macchinario che egli stesso aveva conferito all'ecocentro pochi giorni prima».




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