Vigevano, donne in aula contro le offese sessiste. Il consigliere si scusa ma non si dimette
VIGEVANO. Sono arrivate in consiglio comunale vestite di bianco, con una mascherina rossa e una coroncina di fiori tra i capelli, come a ricordare la pornostar Cicciolina. Un gruppo di donne giovedì sera ha risposto così all’invito della consigliera Arianna Spissu (Pd) a partecipare al consiglio comunale dedicato al caso dell’offesa rivolta dal consigliere comunale leghista Marco Cividati alla collega Cinque Stelle Silvia Baldina durante una commissione consiliare: «Sei vergine come Cicciolina». Le donne hanno mostrato uno striscione con la scritta “Le idee si argomentano, le persone si rispettano”.
Giovedì c’era una non comune presenza di pubblico in aula consiliare. Iniziato poco dopo le 21, si è concluso poco dopo l’una di notte. Oltre alle tre interrogazioni, all’ordine del giorno c’erano sei punti amministrativi, e qui l’argomentazione si è protratta più o meno fino alle 23. Poi la questione Cividati. Il Pd ha letto la mozione, poi emendata ma comunque bocciata, attraverso la quale chiedeva una presa di posizione del sindaco Andrea Ceffa, le dimissioni di Cividati e quelle di Daniela Carignano dalla carica di presidente della commissione in cui è volata l’offesa sessista.
Per Cividati non è stata un’offesa sessista, ma solo una «metafora politica». «Ho presentato per tempo le mie scuse alla collega Baldina per il malinteso – ha detto il consigliere leghista –, ma alcuni esponenti dell’opposizione continuano a servirsi dell'infelice episodio per alimentare polemiche e per strumentalizzazioni politiche che vanno a scapito anche di chi è realmente impegnato a combattere ogni forma di discriminazione di genere e di violenza».
Cividati ha poi concluso il suo intervento minacciando di querelare chiunque continui a diffamarlo. Per il sindaco Andrea Ceffa l’offesa è stata un errore, ma non tale da richiedere le dimissioni del consigliere. Tutti i consiglieri d'opposizione hanno criticato quanto accaduto, mentre dalla maggioranza si è alzata solo la voce di Paolo Iozzi (Fratelli d'Italia) che ha sottolineato il fatto che il loro leader è proprio una donna. «Cividati ha usato un linguaggio inappropriato, ma non ha esitato a formulare le sue scuse non solo nei confronti della consigliera Baldina, ma anche a me ed a tutta la maggioranza – ha detto Ceffa –. Quanto alla consigliera Carignano, l’aver impedito al consigliere Emanuele Corsico Piccolini (Pd) di intervenire in commissione, è stato solo frutto della tensione che si stava accumulando e che stava anche portando la discussione fuori argomento. In quanti hanno preso in giro Carignano, in più occasioni, per la sua esuberanza o per i suoi capelli rossi? Non sono offese anche queste?».
Il pubblico ha contestato il sindaco, ed è stato solo l’inizio. Il consigliere Furio Suvilla (Azione) ha ricordato alcuni fatti che hanno portato Vigevano alla ribalta della cronaca nazionale – dal rutto scappato a un consigliere comunale, alla mensa negata ai bambini morosi –, a quel punto Ceffa ha letto una vignetta volgare pubblicata da un sindaco del Pd. A questo punto le donne in sala hanno innalzato il manifesto con una frase del “Manifesto delle parole non ostili”, costringendo la polizia locale ad intervenire per farle uscire dall’aula. «Giovedì sera – dichiara Daniela Tartaglia, direttrice provinciale Caaf Cgil Pavia – a nome nostro e di tante persone non presenti, abbiamo manifestiamo il nostro dissenso da questa politica volgare. Da questo momento terremo alta l'attenzione della città. Siamo dispiaciute dal constatare che nessuna delle donne della maggioranza è intervenuta in merito a quanto pronunciato dal consigliere Cividati». «Proseguirò per vie legali – dichiara Baldina – perché non ritengo che il consigliere Cividati si sia scusato. Almeno non con me e non in Consiglio, perché la frase è sempre e solo “se ti sei offesa, ti chiedo scusa”. Cosa vuol dire “se mi sono offesa?” È una frase che non va detta, soprattutto quando si riveste il ruolo di consigliere comunale». Un ragionamento sottolineato anche da Carlo Santagostino (Pd): «Sembra che la colpa sia di Baldina, perché si è offesa. Si passa sopra alla gravità e al peso di quelle parole, perché “se non si fosse offesa” allora non servirebbero le scuse». — Selvaggia Bovani