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Июль
2022

San Vito, respinti i ricorsi sulla variante. I cittadini pronti all’appello in Cassazione

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SAN VITO. Vittoria di Anas e dei Comuni sulla variante di San Vito. Il Tribunale superiore delle Acque pubbliche ha dato torto al Comitato No Variante Anas San Vito di Cadore, sui ricorsi presentati contro tutti gli atti che hanno autorizzati, negli ultimi anni, l’opera viaria.

Il Tsap si era riunito il 27 ottobre dell’anno scorso per decidere in merito a due ricorsi presentati dai cittadini, difesi dallo studio Iannotta di Napoli. La sentenza è stata depositata in cancelleria il 14 luglio. Il Tsap in parte declina la giurisdizione in favore del Tar Lazio, dicendo di avere competenza ad esprimersi solo sul ponte sul Ru Secco (opera idraulica) e non sull’intera opera stradale; in parte dichiara inammissibili i ricorsi e in parte li respinge, scrivendo in sostanza che nessun cittadino può vantare un interesse diretto che verrebbe leso dalla costruzione del ponte perché nessuno vive nella zona in cui è prevista la realizzazione dell’infrastruttura.

Il Tribunale ha anche condannato i ricorrenti al pagamento delle spese di giudizio, quantificate in ottomila euro.

IPOTESI CASSAZIONE

Ma i cittadini non hanno intenzione di arrendersi. Gli avvocati stanno già analizzando la sentenza, ci sono i margini per un ricorso in Cassazione perché la variante senza quel ponte sul Ru Secco non si potrebbe mai fare.

I cittadini non contestavano solo il ponte ma l’intera opera. Opera che, dicono, va analizzata nel suo complesso, a differenza di quanto ha fatto il Tsap che ha declinato in parte la giurisdizione al Tar.

LA STORIA

La variante di San Vito è una delle opere di miglioramento della viabilità sull’Alemagna che erano state previste per i Mondiali di sci di Cortina 2021. Visti i tempi di costruzione (30 mesi di lavori consecutivi) è improbabile anche sia pronta per le Olimpiadi.

Fin dalle prime presentazioni alcuni cittadini di San Vito, riuniti nel Comitato No Variante Anas, si sono opposti all’opera, presentando ricorsi al Tribunale superiore delle Acque pubbliche che hanno tirato in ballo, fra gli altri, i ministeri, Anas, i Comuni di San Vito e Cortina e le Regole di San Vito.

LE CONTESTAZIONI

Varie le criticità riscontrate dai cittadini e dai loro legali, preoccupati in particolare per la costruzione di un ponte sul Ru Secco, in una zona che nel 2015 è stata teatro di esondazioni che hanno provocato anche delle vittime. Secondo il Comitato il progetto sottostimava «il volume di materiale solido movimentato», sarebbe stato considerato in maniera erronea il fenomeno del debris flow, i terreni del patrimonio regoliero sono intangibili e inusucapibili per legge, l’opera non ha copertura legislativa perché doveva essere completata entro il 31 dicembre 2022.

LA GIURISDIZIONE

Tutti gli enti coinvolti nel procedimento hanno eccepito il difetto di giurisdizione del Tsap, che «è vero ma solo in parte», scrivono i giudici nella sentenza. «L’intervento (...) è sì unitario ma consta di opere d’arte stradali tra loro dissimili e con natura definitoria ben differenti». Ovvero: un conto sono le strade, un altro è il ponte, unico elemento sul quale il Tsap ritiene di potersi esprimere. Tutte le altre questioni vanno rivolte al Tar del Lazio.

NESSUN INTERESSE DIRETTO

I cittadini, si legge in sentenza, non hanno dimostrato «una stabile correlazione fattuale e giuridica con l’intervento e con i relativi (pretesi) effetti nocivi sul territorio». Nessuno di loro ha la qualità di «proprietario frontista, o altro titolo legittimante, su quella parte del Rio Secco coinvolto dalle opere per la costruzione del ponte». Ricorso inammissibile, dunque.

OPERA STRATEGICA PER LA PROVINCIA

Infondata anche la questione di legittimità costituzionale: «La proroga del termine per la consegna delle opere non rende di per sè illegittimi gli interventi strategici solo perché successivi alla conclusione degli eventi sportivi per i quali erano stati ideati». I giudici aggiungono che il programma di interventi sulla viabilità non era pensato solo per il Mondiali, «ma alla realizzazione di interventi strutturali strategici per i territori della provincia di Belluno, attraverso forme di semplificazione procedimentale. E a questi ultimi si rivolge la norma di proroga».




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