Visite da recuperare, mancano medici. L’Usl 2 di Treviso chiederà più risorse per il privato
TREVISO. Visite, esami e operazioni da recuperare: l’Ulss 2 è intenzionata a chiedere alla Regione un “extra budget” per il privato convenzionato, relativamente al periodo settembre-dicembre 2022. Un grido d’aiuto rivolto al privato per smaltire liste d’attesa che altrimenti rischiano di allungarsi all’infinito.
Più risorse, quindi, per permettere alle strutture private di effettuare - per conto dell’Ulss - le prestazioni che le varie ondate di Covid hanno ritardato. Sarebbe un vantaggio innegabile per i cittadini, che vedrebbero abbattersi i tempi di attesa, e per l’azienda sanitaria, che smaltirebbe migliaia di prestazioni in ritardo.
«Ne parlerò con il mio capo, cioè il direttore generale della sanità veneta Luciano Flor» annuncia il direttore generale Francesco Benazzi, preoccupato da un andamento dell’emergenza coronavirus che, sebbene meno violento rispetto a due anni fa, sembra comunque non concedere tregue, se non brevissimo. E l’estate di quest’anno, che al contrario delle due precedenti ha portato fino a 140 ricoveri per Covid, ha complicato le cose.
PERSONALE INDISPONIBILE
«In questo momento abbiamo 401 sanitari fuori uso tra contagiati e “No vax”» chiarisce Benazzi, «è difficile lavorare quando abbiamo medici, infermieri e Oss fuori uso. Anche se l’andamento dell’epidemia è in miglioramento, il numero dei sanitari contagiati continua ad aumentare».
Dinamica fisiologica ad ogni ondata, la differenza semmai è che quest’anno è accaduto anche in estate. La variante Omicron sarà meno violenta e lascia più libere le terapie intensive, ma essendo più contagiosa presenta comunque un conto salatissimo in termini di forza lavoro.
PRESTAZIONI IN RITARDO
In questo momento, l’Ulss 2 ha recuperato tutte le prestazioni in ritardo del 2021. Tutto l’anno scorso, quindi, è stato coperto, il problema è che siamo ad agosto del 2022 e quest’anno ha registrato un incremento della richiesta di visite specialistiche (spesso ritardate a causa del Covid).
«Stiamo affrontando con difficoltà, perché mancano professionisti, questo aumento di richieste» ammette Benazzi. E qui entra in gioco il privato. Da sempre le strutture convenzionate - 26 quelle registrate nell’Ulss 2, dal San Camillo al Blue Medical Center di Godega, passando per una miriade di centri grandi e piccoli - danno una mano all’Ulss effettuando visite ed esami per conto della sanità pubblica. Ma appunto, c’è un budget iniziale oltre il quale non si può andare, un “pacchetto” di visite che non può essere superato.
Vista l’emergenza, ora l’obiettivo è aumentare quel budget: «L’idea è di chiederlo per il periodo da settembre a dicembre» continua Benazzi, «ci darebbe una grossa mano per le liste d’attesa. Senza forze in più in termini di personale, siamo costretti a chiederlo. Vedremo cosa risponderà la Regione, è qualcosa che si fa per favorire l’utente e dare delle risposte alla popolazione».
L’EMERGENZA COVID
In attesa dell’extra budget, l’Ulss attende che passi l’ondata estiva di Covid in modo da recuperare letti, personale, risorse. Al momento i ricoverati sono scesi a 130, l’indice Rt è sotto quota 1 (0,80), pertanto nelle prossime settimane anche l’incidenza di casi gravi e ricoveri dovrebbe diminuire. Le previsioni dell’Ulss indicano per metà agosto un deciso calo dei letti occupati da pazienti Covid: a quel punto tutti i positivi saranno concentrati a Vittorio Veneto, e gli altri ospedali potranno tornare al cento per cento all’attività ordinaria.