Dalle proteste in piazza alla corsa a Montecitorio, Puzzer scende in politica: «Sarò capolista di Italexit nell’Emilia rossa»
TRIESTE. La gente come lui non molla mai e ora punta dritto a Montecitorio. Stefano Puzzer, ex lavoratore dell’Agenzia per il lavoro portuale ed ex sindacalista del Clpt, nonché il volto più noto delle proteste contro il Green pass, scende in campo alle politiche e si candida nelle liste di Italexit, il partito di Gianluigi Paragone. «Sarò capolista alla Camera in Emilia-Romagna», annuncia Puzzer, sottolineando che «la scelta non è casuale: lì c’è la base, la roccaforte del Pd, che è il vero avversario, e io voglio battermi lì dove loro sono più forti. Hanno spinto loro più di chiunque altro per il Green pass, volevano il vaccino obbligatorio: sono i miei avversari».
Letta, Franceschini, Bonaccini e compagni sono dunque avvisati. Puzzer ha tutte le intenzioni di raccogliere attorno a sé corposi pezzi di dissenso e portarli in Parlamento, «per dare più peso e forza a un movimento ampio che vuol far sentire la propria voce e incidere sulle scelte politiche di questo Paese». Con Puzzer, in questa corsa estiva verso le urne, altri due triestini provenienti dal mondo portuale e, con lui, fondatori del Comitato “La gente come noi”: Andrea Donaggio e Franco Zonta, candidati alla Camera, il primo in Veneto e il secondo in Friuli Venezia Giulia.
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La scelta di correre per uno scranno in Parlamento, racconta Puzzer, è nata «tre giorni fa: ci ho pensato e ho deciso che era giusto provare a unire le voci del dissenso e andare avanti». Il programma per ora è ancora da definire, ma ci sono alcuni punti cardine: no vaccino obbligatorio, no Green pass e no all’invio di armi all’Ucraina, «anche se non voglio che mi si dica che sono no vax o filo Putin, perché l’associazione si fa facile, ma sono cose ben diverse».
D’altronde la lotta al certificato verde non poteva che essere il cavallo di battaglia di Puzzer, per lui che è diventato, tra ottobre e novembre dello scorso anno, il leader, il volto e la voce delle proteste no Green pass che hanno acceso le piazze, prima a Trieste e poi nel resto d’Italia. Già a quei tempi, davanti a un movimento che era riuscito a portare in corteo migliaia e migliaia di persone, catalizzando l’attenzione mediatica, più di qualcuno si era chiesto se l’ex sindacalista Clpt avrebbe potuto, prima o poi, fare tesoro di quell’esperienza e tradurla in consenso elettorale. Mesi di interviste, ospitate in tivù, onnipresenza social e supporter di peso come Carlo Freccero avevano infatti consentito a Puzzer di costruirsi un tesoretto di visibilità e notorietà personale affatto irrisorio. A quei tempi le urne sembravano lontane, lontanissime, con un Governo Dragni apparentemente inscalfibile e sicuramente non destinato a lasciare Palazzo Chigi nella torrida estate 2022. Davanti alle domande su un suo eventuale futuro impegno politico, o che andasse comunque oltre alla protesta contro il Green pass, l’ex portuale triestino aveva sempre glissato, dicendosi interessato solo ed esclusivamente a quella battaglia.
E invece no. Pochi mesi e tutto cambia. Il Governo Draghi saluta gli italiani, ci si prepara a una campagna elettorale balneare, e Puzzer torna in campo, questa volta con l’ambizione di ritrovarsi deputato. E pensare che sono passati solo poco più di nove mesi da quando incontrava il ministro triestino Patuanelli per “trattare” sulle manifestazioni No Pass a Trieste e sulle rivendicazioni della piazza. Chissà, magari il 25 settembre si incontreranno ancora, da capolista a capolista.
Se lo si chiamerà o meno “onorevole Puzzer”, lo vedremo, anche se lui rassicura: «resterò me stesso, farò quello che ho sempre fatto, lotterò per quello in cui credo. Obiettivo prioritario è contrastare l’obbligatorietà dei vaccini e il Green pass, oltre all’interruzione dell’invio delle armi in Ucraina, e pensare un po’ di più ai problemi finanziari dell’Italia, che sembra tutti sottovalutino. Da sei mesi proviamo a unire il dissenso, che è l’unico modo per andare avanti. Non è stato semplice scegliere di candidarci, forse ci sembrava che non dovessimo essere noi a farlo, ma se possiamo unire il dissenso mettendoci un’altra volta la faccia, noi lo facciamo. Siamo consapevoli che andrà come andrà, io sono una persona semplice - le parole di Puzzer - voglio solo giustizia e tornare a fare il mio lavoro. La candidatura è soltanto un passo che faremo per non pentirci un domani di non averlo fatto e di soccombere di nuovo ai soprusi. Crediamo nel programma di Italexit. Arriveranno delle critiche, da tutte le parti, ma noi lo facciamo per il bene dei nostri figli, per il futuro. Noi non siamo qui per giudicare nessuno, dormiamo serenamente».
A candidarsi assieme a lui nelle liste di Italexit (partito che sfiora il 3% dei consensi nel sondaggi), altri due triestini, Andrea Donaggio e Franco Zonta, il primo in Veneto e il secondo in Friuli Venezia Giulia. «Non è ancora tempo di svelare i dettagli, lo faremo nei prossimi giorni - spiega Zonta, lavoratore portuale in pensione ed ex componente del Clpt -. Di certo adesso si lavora alle liste, che è il passaggio fondamentale, poi si definiranno gli incastri e spiegheremo a tutti le ragioni della nostra battaglia, a partire da quella per Trieste, e per tutto il Paese».