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Август
2022

Diamo un nome agli alberi monumentali, dagli artisti ai politici Trieste si schiera per valorizzare le piante più antiche

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TRIESTE. «Davanti al comprensorio di piazzale Europa si erge un’enorme Quercia: l’albero si trova qui da ben 250 anni, e se pensiamo che tra un paio d’anni l’Università celebrerà il centenario dalla sua fondazione possiamo ben intuire la storia di questa Roverella». Parola di Roberto Di Lenarda, rettore di Trieste, in uno dei 18 filmati con i quali altrettanti personaggi del mondo accademico, della società civile, della politica e dell’arte hanno deciso di aderire alla campagna di sensibilizzazione sulla valorizzazione degli alberi monumentali, ai quali abbinare un nome, promossa dall’organizzazione di volontariato Trieste Solidale.

Da lunedì 1 agosto sul sito del Piccolo verrà pubblicato ogni giorno uno di questi video, in cui i testimonial presenteranno appunto i vari alberi monumentali. «Le dediche di affetto verso questi alberi – spiega Fabio Avanzini, presidente di Trieste Solidale e protagonista di uno dei 18 filmati – colmano una lacuna nella rappresentazione del nostro territorio, pieno di belle statue intitolate a cittadini illustri. Ma è importante imparare a conoscere anche i nomi e gli episodi che hanno segnato la vita di questi rappresentanti della comunità verde».

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Tra i politici che partecipano a quest’iniziativa spiccano i nomi dell’assessore al Verde pubblico Sandra Savino e dell’assessore agli Affari generali Michele Lobianco, il quale ad esempio perora la causa dell’antico Platano del Giardino pubblico “de Tommasini”. «Questo esemplare – racconta Lobianco – è nato ancor prima del Regno d’Italia, ben 180 anni fa: ha un diametro di due metri, una circonferenza di quasi cinque metri e l’altezza di un edificio di nove piani, 28 metri. Ci ricorda che il patrimonio arboreo è un elemento preziosissimo per la vita di noi cittadini. Abbiamo il dovere di preservarlo».

Tra i volti più noti della campagna c’è anche quello dell’attrice Ariella Reggio, affezionatissima all’Acero Rosso dello stesso Giardino pubblico. «Passo spesso attraverso questo parco – afferma l’artista – dove vedo mamme con le carrozzine, bambini che giocano, ragazzi impegnati nel ping pong: quest’albero è in fondo “giovane”, ma bisogna tenerlo bene».

Il ruolo del verde nei processi di guarigione viene invece sottolineato da alcuni rappresentanti della comunità medico-scientifica, come il direttore generale del Burlo Stefano Dorbolò e la direttrice della Clinica Dermatologica di Asugi Iris Zalaudek, associata alla Magnolia del Giardino pubblico: «Bisogna prendersi cura di questi alberi perché senza di loro la nostra terra brucerà. È la stessa cosa che succede a noi esseri umani quando, esponendoci ai raggi del sole, non ci prendiamo cura della nostra pelle».

Dello stesso parere è la presidente dell’Associazione Volontari Ospedalieri Domiziana Avanzini, abbinata a sua volta al Pioppo Bianco del Farneto: «È stato dimostrato che i pazienti ricoverati negli ospedali costruiti nei pressi di parchi, o che hanno alberi al loro interno, guariscono più velocemente e godono di una migliore qualità della degenza».

Il progetto di Trieste Solidale è piaciuto a tutte le generazioni, tant’è vero che tra i testimonial ci sono pure due giovanissimi: la studentessa dell’Oberdan Beatrice Liguori e Matteo Marcolini del Nordio. Grande entusiasmo, di riflesso, anche per il dinamico Lino Schepis, presidente dell’Università della Terza Età: «Sono felice di essere stato associato alla Quercia Vallonea del Giardino pubblico. Condividiamo con Trieste Solidale l’amore per l’ambiente, la natura e il verde pubblico, veri e propri valori per chi si occupa di invecchiamento attivo e desidera migliorare la qualità della vita a Trieste».

Nella seconda metà di agosto, una volta esauriti i 18 video, sulle pagine del Piccolo verranno sviluppati cinque approfondimenti su altrettanti percorsi dedicati alla scoperta degli alberi monumentali, così denominati: Passeggiata nel Borgo Franceschino, Passeggiata nel Borgo Giuseppino, Pedalata Carsica, Camminata sull’Altopiano e Pedalata Culturale.

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L’ASSESSORE AL VERDE PUBBLICO

Il Bagolaro di Savino

Sandra Savino, assessore alla Pianificazione e al Verde pubblico del Comune di Trieste, è la testimonial del Bagolaro di piazza Hortis: un albero molto diffuso nel bacino del Mediterraneo, che con la sua imponenza esprime perseveranza e resistenza. «La tutela degli alberi nel nostro territorio è un impegno fondamentale, un vero e proprio atto di civiltà».

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L’ASSESSORE AGLI AFFARI GENERALI

Il Platano di Lobianco

Michele Lobianco, assessore agli Affari generali del Comune di Trieste, è testimonial del Platano in Giardino pubblico, la specie arborea maggiormente presente nel verde urbano. Secondo la leggenda, Ippocrate insegnava ai suoi allievi l’arte della medicina proprio sotto le fronde di un platano, albero che simboleggia la tenacia e la longevità.

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IL RETTORE

La Roverella di Di Lenarda

Roberto Di Lenarda, il rettore dell’Università di Trieste, rappresenta la Roverella che si trova all’esterno del comprensorio di piazzale Europa. La nobile presenza della quercia e la sua incredibile resistenza e bellezza ne hanno fatto un simbolo di virtù, forza ed eternità presso molte culture europee, che la consideravano un albero sacro.

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LA DIRETTRICE DELL’OGS

Il Ginkgo Biloba di Del Negro

Paola Del Negro, direttore generale dell’Ogs di Trieste, rappresenta il Ginkgo Biloba di piazza Hortis: un albero di origine cinese, simbolo dell'immutabilità delle cose. In Giappone simboleggia anche la resistenza e la rinascita: dopo l’esplosione della bomba atomica su Hiroshima, ben sei esemplari sopravvissero, resistendo alle radiazioni.

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LA DIRETTRICE DELLA DERMATOLOGIA

La Magnolia di Zaludek

Iris Zalaudek, direttrice della Clinica Dermatologica di Asugi, ha deciso di prestare il suo volto alla Magnolia che si trova in Giardino pubblico. Nel linguaggio dei fiori, la magnolia è simbolo di dignità e perseveranza, ma anche di nobiltà e bellezza superba. I monaci buddisti della Cina centrale usano piantarla fuori dai loro templi.

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L’ATTORE

L’Ippocastano di Zannier

Giuliano Zannier, attore del Teatro L’Armonia, ha scelto di essere testimonial dell’Ippocastano del Giardino pubblico. L’albero simboleggia l’amore eterno, duraturo e reso forte dall’onestà e dalla sincerità. L'etimologia deriva dal fatto che i suoi frutti, non commestibili per l’uomo, erano utilizzati come medicinale per i cavalli.

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IL PRESIDENTE DELL’ATENEO DELL’UNI3

La Quercia di Schepis

Lino Schepis, presidente dell’Università della Terza Età, è il testimonial della Quercia Vallonea in Giardino pubblico. Nell’antica Grecia la quercia era considerata un albero sacro a Zeus, in quanto simbolo di giustizia e rettitudine: valori che, secondo il rappresentante della Trieste delle persone anziane, vanno preservati e tutelati.

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IL PRESIDENTE DEL CIRCOLO FINCANTIERI

Il Tiglio di Acunzo

Pierpaolo Acunzo, presidente del Circolo Fincantieri Wärtsilä, è il testimonial del Tiglio che si trova in Giardino pubblico, una pianta che può arrivare fino a mille anni di età e che per questo rappresenta la longevità. Gli antichi greci lo consideravano un albero sacro ad Afrodite e, in quanto tale, simbolo di amore e femminilità.

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LA FUNZIONARIA COMUNALE

L’Ippocastano di Colombetta

Elena Colombetta, funzionaria del Comune di Trieste, rappresenta l’Ippocastano di piazza Hortis. «Sono lieta di essere stata abbinata all’ippocastano, un albero che apprezzo molto in quanto simbolo di eleganza e sincerità: mi piacciono soprattutto i suoi fiori, che possono essere di varie sfumature, bianchi o rosa, e sono veramente belli».

[[ge:gnn:ilpiccolo:5484183]]LA STUDENTESSA DEL PETRARCA

La Grevillea di Liguori

Beatrice Liguori, studentessa sedicenne del Liceo scientifico Oberdan, ha scelto di prestare il suo volto alla Grevillea Robusta che si trova in Giardino pubblico. È un albero raro, di origine australiana, che simboleggia il successo e la serenità: un giusto equilibrio e un obiettivo per una vita da costruire in un ambiente meno inquinato.

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LO STUDENTE DEL NORDIO

Il Pino d’Aleppo di Marcolini

Matteo Marcolini, studente del Liceo artistico Nordio, rappresenta il Pino d’Aleppo che si trova in Villa Revoltella. Alla pianta viene attribuito un significato di fecondità, costanza e buoni auspici. Il ragazzo vede in questo albero il simbolo della potenza vitale e del suo utilizzo senza coinvolgimenti disastrosi per la nostra sopravvivenza.

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IL PRESIDENTE DI TRIESTE ALTRUISTA

Il Leccio di Castellano

Andino Castellano, lo storico presidente di Trieste Altruista, rappresenta il Leccio di piazza Hortis. Si sente il fratello umano di questa quercia sempreverde, che gli è simile per perseveranza e costanza. Il significato di questa pianta, che spesso arriva a raggiungere i mille anni di età, è presto detto: lunga vita, maestosità e forza.

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LA PRESIDENTE DEI VOLONTARI OSPEDALIERI

Il Pioppo Bianco di Avanzini

Domiziana Avanzini, presidente dell’Associazione Volontari Ospedalieri di Trieste, è testimonial del Pioppo Bianco del Farneto e si sente molto vicina a questo solitario cavaliere bianco perché infonde serenità e pace ai visitatori. Quest’albero nell’antica Grecia personificava la vita che sfugge alla morte ed è simbolo di resurrezione.

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IL GIORNALISTA

Il Platano di Bosazzi

Il giornalista di Tele4 Umberto Bosazzi ha deciso di rappresentare il Platano che si trova in Viale XX Settembre. Quest’albero, con le sue ampie foglie a cinque lobi appuntiti, ricorda il palmo di una mano aperta: per questo simboleggia l’atto della benedizione. Il suo nome greco, “platanos”, significa “largo” e “piatto”.

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IL DIRETTORE GENERALE DEL BURLO

L’Ippocastano di Dorbolò

Stefano Dorbolò, direttore generale del Burlo Garofolo, rappresenta l’Ippocastano che si trova nel giardino dell’ospedale. Questa specie è molto resistente: riesce a far fronte anche al freddo più intenso o al caldo soffocante. Offre senso di protezione e grande ristoro quando ci si siede sotto le sue fronde, essendo un albero alto e imponente.

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L’IMPRENDITORE EX MISTER UNIVERSO

Il Bagolaro di Ramazzina

Lo storico atleta e imprenditore triestino Enrico Ramazzina è stato scelto per onorare il Bagolaro che si erge davanti alla Cattedrale di San Giusto. Si tratta di una pianta che cresce facilmente allo stato spontaneo, anche in terreni molto difficili: viene usato per le alberature stradali per la sua grande resistenza.




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