Nordio (Ater): «Case popolari, in centro storico servono vincoli speciali. Venderle? Ecco cosa faremo»
VENEZIA. Circa mille alloggi Ater in vendita in tutta la provincia, nessuno in centro storico per precisa scelta politica: e se poi finissero per diventare affittanze turistiche? Le regole infatti vincolano sì i proprietari, ma per i primi cinque anni. Poi, liberi tutti. Ecco perché Fabio Nordio, presidente dell’Ater, continua a battere da tempo sullo stesso tasto: «Servono regole speciali per il centro storico, vincoli più stringenti e finanziamenti ad hoc».
Già, finanziamenti. Perché secondo le stime di Ater, servono almeno 54 milioni di euro per recuperare i circa 500 appartamenti (tra Erp e non Erp) attualmente sfitti in laguna. Parte di quei soldi arriverà dal piano di alienazioni recentemente approvato.
Gli alloggi in vendita sono 983 di cui 224 attualmente sfitti. La maggior parte degli alloggi sono a Mestre. Ater conta di venderne almeno cento incassando circa 5 milioni di euro destinati a rimettere in sesto 305 alloggi, di cui una parte in centro storico. «105 per la precisione», aggiunge Nordio, «mentre 200 nel resto della provincia. Se il piano dovesse superare le nostre aspettative questi numeri saranno senz’altro rivisti al rialzo».
Già, e quale sarà il destino degli altri appartamenti in attesa di manutenzioni? Le risorse sono il nodo principale. Ma ecco che ancora una volta torna il tema di possibili misure ad hoc. Per il presidente di Ater resta sul vago, ma qualcosa bolle in pentola: «Stiamo valutando la possibilità di azioni di partenariato con privati anche per il centro storico. Sono possibilità che stiamo già mettendo in pratica altrove, nei prossimi mesi valuteremo il da farsi».
Secondo una recente analisti dell’osservatorio Ocio, tra il 2000 e il 2020 nella Città Metropolitana di Venezia, Ater ha venduto 1.750 abitazioni ma il fatturato incassato dalle vendite non ha impedito il degrado del patrimonio e la crescita dello sfitto: dalle 411 abitazioni del 2009 alle 2.077 del 2020.
Il problema non riguarda però solo la città storica. Di recente, un’interrogazione presentata dalla consigliera regionale Elena Ostanel e dalla minoranza in Municipalità ha acceso il faro sugli alloggi Ater di Città Giardino, al Lido.
Sul punto, il consigliere comunale Nicola Gervasutti (Lega), presidente della settima commissione sulle politiche per la residenza, fa sapere che negli ultimi mesi sono arrivate diverse segnalazioni e che saranno fatti controlli stringenti.
«A settembre, poi», aggiunge Gervasutti, «il presidente di Ater verrà in sopralluogo al Lido e sarà ascoltato in commissione per fornire i dati. Si spera che con le alienazioni si trovino i soldi per recuperare anche parte degli alloggi del Lido». Almeno 36 quelli attualmente sfitti, compresi alcuni negozi al piano terra.
«Al Lido la situazione è sotto controllo», replica così Nordio all’interrogazione, «abbiamo 161 immobili, di cui 154 alloggi e 7 negozi. Di questi oggi 36 sono sfitti. I 25 alloggi non Erp saranno al centro di bandi Ater che però nel recente passato nel resto della regione sono andati deserti per via di costi alti. Non sta però a noi rivedere i criteri, bensì alla Regione e agli enti territoriali».
«Degli 8 alloggi Erp, uno è in assegnazione e due sono già finanziati per la riqualificazione, 5 invece sono in attesa di finanziamenti. La media per i lavori di sistemazione è di 45 mila euro. Per i 25 non Erp, 4 sono in assegnazione, per gli altri si sta cercando di trovare finanziamenti magari dal piano di alienazione. È un piano molto calibrato, la previsione di incasso è di 5,3 milioni di euro, per il 40 per cento recupereremo alloggi in centro storico, il resto in provincia».