Dieci anni fa l’oro di Molmenti: festa ricordando Londra 2012
C’è una luce che non si appanna, destinata a splendere sempre di più nel tempo, perché ha il colore dell’oro, il prezioso metallo di cui è fatta la medaglia conquistata dieci anni fa da Daniele Molmenti, in un giornata d’agosto che sembra non tramontare mai.
Lunedì 1° agosto, a Pordenone, la celebrazione della ricorrenza della vittoria Olimpica di Londra 2012, che ha consegnato il canoista di Torre di Pordenone alla storia dello sport. Un momento vissuto con i calici in mano per brindare e, negli occhi, le immagini dell’indimenticabile manche, proiettate su un grande schermo.
A commentare la spettacolare prova lo stesso Molmenti, che ha rievocato il passato, immaginato il futuro e tracciato un crocevia in cui i campioni di ieri pongono le basi dei talenti di domani.
Da una parte c’era il campione olimpico di Barcellona 1992, Pierpaolo Ferrazzi, che si è rivelato indispensabile, con i suoi insegnamenti, per l’oro di Londra.
Ma Molmenti ha brindato anche con Giovanni De Gennaro, fresco vicecampione del mondo, dopo l’argento conquistato solo domenica ad Augsburg.
Su di lui si fondano le speranze per i giochi di Parigi, affinché il sogno si ripeta. Da non dimenticare che lo stesso Molmenti è ora la guida degli azzurri della canoa.
Ma la vittoria del campione olimpico trova le sue radici anche in una realtà più vicina, in un mondo fatto di fiducia e di slancio, in chi nello sport ha sempre creduto.
Il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani, presidente della Provincia all’epoca dei Giochi di Londra e presente, ha rievocato i giorni d’oro e la conquista di una medaglia divenuta esempio e sprone per tanti talenti.
Fra loro Giada Rossi, bronzo nel tennistavolo alle Paralimpiadi in Brasile nel 2016, anche lei ieri accanto a Molmenti.
Il quale ha ringraziato tanti amici di oggi e di allora, che gli sono sempre stati accanto.
Perché in canoa si scendono le rapide del fiume da soli, ma le vittorie si costruiscono insieme, come ha sottolineato il campione.
Dal fisioterapista, che l’ha sempre seguito, all’amico più caro, che lo ha accompagnato in Cina per le Olimpiadi, solo per citare qualche esempio, Molmenti ha fatto sfilare tutti sulla passerella di chi ha contribuito all’impresa.
Per compiere la quale ci sono anni di duro lavoro, fino alla promessa scambiata con Ferrazzi: «Dobbiamo prendere l’oro».
Se lo sono detti, perché lo avevano capito che era possibile, già a Pechino, quattro anni prima di Londra, quando il futuro campione agguantò la finale olimpica.
Il resto è servito per raggiungere la perfezione, che ha permesso a Molmenti di far schizzare fulminea la sua canoa rosso Ducati tra le spumeggianti e tumultuose rapide inglesi.
I cronometri fecero segnare 93 secondi e 43 centesimi. Poco più di un minuto e mezzo per entrare nella storia