Il pacifista che scrisse “Lili Marleen” ambientò a Trieste un amore sfortunato
foto da Quotidiani locali
«Quando gli altri evocavano animatamente i loro destini durante gli anni della paura, lui, di cui si narrerà più avanti, era solito rimanere in silenzio, come se guardasse un impenetrabile muro corazzato con acquisita compostezza. Qualcuno aveva sentito dire che era stato per mare e che lavorava per la stampa. E qualcun altro affermava di averlo visto con l’uniforme a Trieste alla fine della guerra. Interrogato su questo punto, sorrideva distratto».
Così si apre il romanzo “Abschied in Triest” (Addio a Trieste) scritto nel 1949 da Hans Leip, che narra la complicata storia di un amore non corrisposto tra Enrico, un giornalista con la passione per la musica, e la signorina L. detta Solana, segretaria di redazione d’un grosso quotidiano anseatico. Quando Solana è costretta da Kralicke, il direttore del giornale, a trasferirsi con lui da Amburgo a Trieste dove dirigerà l’”Istriazeitung”, Enrico – che sperava di portarla con sé a Roma – cerca di dimenticala arruolandosi in Marina, ma viene ferito a Venezia. Curato in un ospedale a Chioggia, mette su una band con altri pazienti musicalmente dotati.
Al seguito dell’esercito, la band va in tour a Oderzo, Pordenone, Palmanova, Aquileia e Monfalcone. Trieste è sempre più vicina e anche la possibilità d’incontrare di nuovo Solana. Cosa che avverrà puntualmente quando suoneranno alla “Deutschen Haus”. Ma nel frattempo la ragazza è entrata a far parte del movimento “Sommossa” e s’è innamorata di Ruben, poeta partigiano. Per salvare la vita dei compagni sottostà alle voglie di Kralicke che in realtà è un gerarca nazista.
A Trieste Enrico conosce un medico attivo nella resistenza, diserta, e imbastisce un piano di fuga con Solana.
L’azione è ambientata durante gli ultimi mesi di guerra, e si svolge tra il Mitreo di Duino, il Carso, Via Carducci, Via XX Settembre, Piazza Goldoni e il Corso fino al Molo Venezia. I sogni d’amore di Enrico, però, non sono destinati a realizzarsi. «Son passato lentamente davanti al Palazzo di Giustizia, attraversando Piazza Coroneo. Si stava facendo buio. Quasi non c’era anima viva per le strade, da dietro un angolo il richiamo d’uno strillone: “Il Piccolo... della Sera...”. E si parlava ancora di vittoria finale».
Il libro è una vera scoperta. Ne è autore il romanziere, poeta, drammaturgo, disegnatore e critico d’arte Hans Leip, nato ad Amburgo nel 1893 e morto novantenne in Svizzera nel 1983. Leip è stato uno scrittore incredibilmente prolifico, ma oggi è ricordato solo come l’autore dei versi della canzone “Lili Marleen”.
Figlio di un portuale, Hans Leip divenne insegnante nel 1914 ma già l’anno successivo combatteva sul fronte orientale e nei Carpazi. Ferito nel 1917 venne riformato e tra il 1925 e il 1935 viaggiò molto, in Italia, a Parigi, Londra, Algeri, Spagna, Portogallo e New York, conducendo una vita da bohémienne. A questi anni risalgono i suoi primi soggiorni a Trieste. Esordì nel 1925 col romanzo “Godekes Knecht” (molto lodato da Thomas Mann) che fu un immediato successo. I suoi libri, scritti in uno stile nervoso e concitato, furono molto popolari negli anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale, ma scrisse anche opere teatrali, racconti, poesie, drammi e fu anche pittore e scultore. Nella sua produzione vastissima, tema costante fu il mare, espressione di bellezza, di poderosità, ma anche di violenza e di orrore.
Collaborò alla rivista satirica “Simplicissimus”. Lui stesso illustrò le sue tante opere di narrativa. Con l’avvento del nazismo il suo pacifismo gli procurò problemi e la sua commedia “Idothea” del 1941 venne censurata, riparò allora prima in Tirolo poi in Svizzera. Ebbe ben quattro mogli.
Hans Leip scrisse i versi di “Lili Marleen” nel 1915 mentre prestava servizio nell’esercito tedesco durante la Prima Guerra Mondiale. La poesia era originariamente intitolata “Das Mädchen unter der Laterne” (“La ragazza sotto la lanterna”) e Leip ne curò pure un arrangiamento. Lo scrittore racconta che combinò il soprannome della sua ragazza, Lili, con quello di un’infermiera, Marlene.
La poesia fu poi pubblicata nel 1937 come “Das Lied eines jungen Soldaten auf der Wacht” con l’aggiunta di altri due versi e nel 1938 fu musicata da Norbert Schultze. Tommie Connor scrisse in seguito i testi in inglese. Fu registrata da Lale Andersen nel 1939 e successivamente, in molte traduzioni, divenne un successo mondiale anche grazie all’interpretazione di Marlene Dietrich.
Leip dichiarò che «non è mai stata una canzone di guerra, ma “in guerra”, è una canzone d’amore e quindi è sopravvissuta a tutte le guerre». Agli inglesi piaceva dire che il comando dell’esercito tedesco aveva usato il “generale Lili Marleen” per tentare d’indebolire il nemico. Infatti, quando la stazione di radio Belgrado la sera trasmetteva la “Canzone d’una giovane sentinella” le armi tacevano su entrambi i fronti.” Per i nazisti Leip era un disfattista e Goebbels fece distruggere la matrice dell’Lp, ma una copia fu fatta arrivare a Londra.
Lo scrittore americano John Steinbeck definì Lili Marleen “la canzone più bella di ogni tempo”. Tumultuoso e toccante, “Abschied in Trieste” non è l’unico libro di Hans Leip ambientato a Trieste. Anche “Die Lady und der Admiral” (Hoffmann & Campe, 1933) – romanzo storico che ricostruisce la storia d’amore tra l’ammiraglio Orazio Nelson e Lady Emma Hamilton – si svolge oltre che a Vienna e a Londra anche a Trieste, città che Hans Leip sembra aver frequentato abbastanza da averne potuto fornire descrizioni splendide e veritiere.