Impianto sportivo indoor al polo fieristico di Gorizia
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È questa l’idea del Comune per riutilizzare la struttura di via della Barca che, anche chiusa, costa 80 mila euro l’anno
GORIZIA. Verrebbe da dire: per fortuna che c’è il centro vaccinale perché, altrimenti, il quartiere fieristico sarebbe vuoto, inutilizzato, tristemente in preda al degrado. Quello del polo di via della Barca è, infatti, un problema serio, annoso, tuttora irrisolto.
Di manifestazioni fieristiche non c’è più l’ombra (proprio il Covid-19 è stato il colpo di grazia) e tutte le idee di rilancio formulate nel passato più o meno recente sono rimaste nei cassetti. A impolverarsi. Dei quattro appuntamenti espositivi (Pollice Verde, Expomego, Mittelmoda, Vinum Loci) che erano faticosamente sopravvissuti, soltanto due avevano continuato il loro cammino (Pollice Verde e Expomego) ma senza grossi risultati. Dopo vent’anni dalla nascita, gli investimenti sul quartiere fieristico hanno riguardato l’adeguamento della sicurezza (nel 2003 3.174.000 euro dal Fondo Gorizia, nel 2011 3.800.000 per impiantistica e servizi). Poi, ancora altri interventi e “cerotti”.
E poi, è una struttura che costa anche se, all’interno, non viene promossa alcuna manifestazione. Sì, è un vero problema la gestione del quartiere fieristico di Gorizia perché, negli anni, nonostante la volontà di potenziare l’area con manifestazioni fieristiche, si sono registrate assai poche novità. «Anche tenendolo chiuso, costa più di 80 mila euro all’anno fra tasse, costi fissi, canoni, bollette. Una cifra, peraltro, che andrà aggiornata visti i continui aumenti delle spese per l’energia», fa sapere Pierluigi Medeot, segretario generale della Camera di commercio Venezia Giulia. Sì, mantenere il quartiere fieristico di Gorizia è un impegno oneroso, e non lo è certamente da oggi. Ormai, assume le sembianze di un cattedrale nel deserto.
Ma c’è qualche progetto su cui si sta lavorando, anche in silenzio? Sottotraccia? Senza far rumore? Il sindaco Rodolfo Ziberna ammette che si è parlato di un possibile futuro dell’area espositiva sia con il presidente della Cciaa Antonio Paoletti, sia con il segretario Pierluigi Medeot. «Ma è un discorso ancora prematuro», aggiunge. Le idee di base, però, ci sono: portano nella direzione di andare a riqualificare, in via della Barca, la sala-auditorium, molto ampia, funzionale e dotata di un parcheggio ampio. Un padiglione, poi, si vorrebbe poterlo utilizzare, vista la vicinanza con il “Fabretto”, per l’attività sportiva indoor «ma anche per ospitare - dettaglia il sindaco - spazi attrezzati multimediali, capaci di attrarre il pubblico».
Ziberna, al tempo stesso, è molto realista. Non fa voli pindarici. «Il periodo che stiamo attraversando - allarga le braccia - rende tutto assai difficile». E ripete un concetto a lui caro: «Le fiere, salvo contesti particolari, hanno dividendi bassissimi - ha spiegato più e più volte -. Faccio un paio di esempi. Se a Gorizia ci fosse una ricca produzione tessile, si potrebbe organizzare una fiera dedicata con possibilità di introiti importanti, ma così non è. Purtroppo. Potremmo pensare anche a un’esposizione dedicata alla Rosa di Gorizia ma sarebbe, con questi chiari di luna, economicamente insostenibile. Da non dimenticare, poi, che Trieste da anni non ha più una fiera e Udine è in difficoltà».
Senza dimenticare che il quartiere fieristico avrebbe bisogno, ogni anno, di tante risorse (non quantificabili) per interventi volti a tappare le falle mentre, per un intervento risolutivo, ci vorrebbero “milionate”. Questa è la situazione.