Bolletta shock per il Comune di Mantova: + 700%
MANTOVA. L’aumento in bolletta è di quelli da annebbiare la vista: il 700%. Una sassata inattesa che minaccia di sballare i conti del Comune, costretto adesso a correre ai ripari. L’assessore al bilancio, Giovanni Buvoli, ha condiviso cifre e sconcerto durante la seduta di giunta del 10 agosto. «Dal mese di luglio la tariffa dell’energia elettrica per kilowattora è aumentata da 0,07 a 0,49 euro – riferisce – una bastonata che non ci aspettavamo».
Vero, la tariffa di partenza era molto vantaggiosa, roba che i privati si sognano, ma l’evidenza non sposta il problema. Semmai lo esaspera. Né il Comune può decidere di cambiare gestore, perché la gestione dei contratti passa attraverso la società Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. Morale, toccherà stringere la cinghia facendo di necessità virtù. Necessità doppia, visto che martedì è entrato in vigore il piano europeo per ridurre i consumi energetici (per l’Italia il taglio è fissato al 7%) e molte amministrazioni si sono già mosse, chi smorzando l’illuminazione pubblica e chi limitando il freddo dei condizionatori.
Quanto violenta, la sassata in bolletta che ha frastornato il Comune? «Per l’elettricità di giugno abbiamo speso 46mila euro, per il mese di luglio al momento sono arrivate 48 fatture su 240 e il conto ha già superato i 30mila» informa Buvoli, preoccupato di non alimentare allarmi ingiustificati tra i cittadini. «La nostra tariffa a 0,07 euro per kilowattora era agevolata – ripete – i privati non devono temere rincari di questa portata».
Tra le 48 fatture citate dall’assessore al bilancio spicca quella per l’utenza di palazzo San Sebastiano, il museo della città: da un mese all’altro la bolletta è lievitata da 1.600 a novemila euro. «Cosa possiamo fare per parare il colpo? Per quanto di mia competenza, ho già sollecitato tutti i settori a tagliare le spese superflue – risponde Buvoli – naturalmente i servizi essenziali non saranno toccati».
L’entità della batosta è tale da polverizzare la somma aggiuntiva già inserita nel bilancio del 2022 per ammortizzare l’aumento del gas e dell’elettricità: il milione e mezzo non sarà più sufficiente. Né basteranno gli altri 200mila euro in arrivo dal Governo con il decreto Aiuti bis, in aggiunta ai 400mila euro già stanziati da Roma. Moltiplicando per sette la bolletta cumulativa di giugno, alla luce del rincaro della tariffa, il conto schizza oltre i 300mila euro per un solo mese. Anche se il calcolo è approssimativo, visto che la componente energia è solo una delle voci, ma tant’è. «Nonostante ciò, continueremo ad aiutare i cittadini in difficoltà con il pagamento delle bollette – rivendica Buvoli – a settembre uscirà il nuovo bando da 300mila euro».
Domanda: perché non spegnere i lampioni di notte, per un paio d’ore, come hanno deciso di fare a Belluno? «Premesso che abbiamo già adottato i led in tutti i punti luce pubblici della città, non sono dell’idea di spegnere i lampioni di notte, perché non voglio innescare una percezione d’insicurezza nei cittadini – interviene il sindaco Mattia Palazzi – nei prossimi giorni valuterò con gli uffici eventuali interventi puntuali, dove e in che giorni, ma solo se l’operazione dovesse tradursi davvero in un risparmio». Solo se il buio varrà la candela.
IL RICERCATORE
«La soluzione non è il passaggio al led perché il problema non sono le lampade, o almeno non solo. Occorre valutare la sovrailluminazione delle città, se i punti luce sono troppi o se ad essere eccessivi sono i livelli emissivi dei led». Così Riccardo Furgoni, che insieme a Fabio Falchi nel 2019 ha coordinato il team di ricercatori internazionali che è autore dello studio Light pollution in Usa and Europe: the good, the bad and the ugly. Basterebbe adeguarsi alla norma Uni, disattesa praticamente ovunque – osserva Furgoni – e comunque oggi disponiamo di strumenti capaci di misurare l’intensità luminosa via per via, individuando in tempo reale eventuali sprechi. «Spegnere i lampioni? Anche in prospettiva, sarebbe meglio regolare verso il basso il livello emissivo dei punti luce» ribadisce il ricercatore mantovano.