Ore di ”cassa” ai minimi dal 2009 e 10mila assunzioni entro ottobre

PAVIA. Con poco più di 53mila ore di cassa integrazione chieste dalle aziende della provincia, lo scorso giugno è stato toccato quasi un record negli ultimi 14 anni: a parte il 2018, mai in questo stesso mese c’era stata una domanda così contenuta. Di più: il primato diventa assoluto se si considera il totale delle ore richieste per i soli operai (36.528). In generale, considerando tutti i mesi, si tratta di uno dei livelli più bassi dal 2009 in avanti.

Sono lontani anni luce i picchi registrati durante il Covid: a giugno 2020 si viaggiava oltre i 2 milioni di ore di cassa integrazione guadagni, e l’anno scorso era stato addirittura sfondato il tetto dei 3 milioni.

Insomma, una conferma del fatto che dopo il buio del Covid, con i suoi strascichi, la crescita economica del comparto manifatturiero sembra proseguire a gran ritmo, pur con le varie incognite legate alle vicende internazionali e alla dinamica dei prezzi.

Gli ultimi dati dell’indagine congiunturale, d’altronde, segnalano che l’economia provinciale nel periodo gennaio-marzo 2022 è quasi riuscita persino a colmare quel divario con la media regionale nel tasso di crescita: rispetto al primo trimestre 2021, nella produzione Pavia è cresciuta del 10% nell’industria e del 8,7% nell’artigianato.

La forte spinta in avanti ha come altra faccia della medaglia la sempre maggiore difficoltà delle imprese a trovare i profili professionali richiesti.

Dall’ultimo bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal1, emerge che a livello nazionale sono 285mila «i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di agosto e circa 1,3 milioni per l’intero trimestre agosto-ottobre. Rispetto a un anno fa le previsioni delle imprese sono in crescita con +27mila assunzioni programmate nel mese (+10,8%) e +70mila nel trimestre (+5,7%). Le previsioni delle imprese appaiono, in ogni caso, condizionate anche dalle crescenti incertezze per il perdurare della guerra in Ucraina, per l’aumento dell’inflazione e per le mutate condizioni di accesso al credito definite con il rialzo dei tassi di interesse nell’area euro». A fronte di questa richiesta c’è appunto un problema di riuscire a reperire il personale da assumere: «Contemporaneamente cresce ancora la difficoltà di reperimento che riguarda il 41,6% delle assunzioni programmate, in aumento di quasi 9 punti percentuali rispetto ad agosto 2021 quando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro riguardava il 32,7% dei profili ricercati».



Anche a livello locale c’è una forte crescita delle previsioni di assunzioni: 2.020 ad agosto (di cui 590 nell’industria, 1.430 nel commercio e servizi) e 10.350 nel trimestre agosto-ottobre (2.840 nell’industria e 7.510 nel commercio e servizi). Un anno fa, nello stesso periodo, si registravano 1.810 assunzioni previste nel solo mese di agosto e 9.730 nel trimestre fino a ottobre: dunque quest’anno c’è un incremento del 10,4% ad agosto e del 6,4% nei tre mesi.

Le figure in assoluto più ricercate sono gli operai specializzati e i conduttori di impianti e macchine: 580 su 1.810 entrate previste ad agosto. Ma sono anche tra le figure di più difficile reperimento: quasi uno su due (44,6%) non si riesce a trovare, in gran parte per l’assenza di candidati. Richiestissimi anche cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici: 250 è la previsione per il mese di agosto, e qui addirittura la difficoltà di reperirli sale al 62%. Anche gli operatori dell'assistenza sociale sono in cima alla lista delle professioni più ricercate.

C’è però da aggiungere che nell’offerta di lavoro i contratti a tempo indeterminato sono la minoranza: dal 14% del turismo fino a 37% dell’industria.—