Il “re” dei venditori ambulanti di Trieste Lino Madotto pronto alla pensione dopo 47 anni d’attività
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foto da Quotidiani locali
TRIESTE. Sono le sue ultime settimane di lavoro. È il rush finale delle sue fatiche. A ottobre, infatti, Lino Madotto, storico venditore ambulante triestino, saluterà i clienti per godersi la pensione. Si chiuderà, per lui, una parabola lunga 47 anni, vissuti nei mercati con il suo stand di calzature fin da quand’era un ragazzino e poi, dagli anni ’80, insieme alla moglie Cristina Muiesan. Lino è stato l’erede di un’orgogliosa attività di famiglia, iniziata addirittura ai tempi del nonno e proseguita dal padre dal 1957.
«Il mio primo giorno di lavoro fu il 30 luglio del 1975 a Basovizza. Lo ricordo ancora benissimo: avevo 15 anni, papà aveva bisogno di una mano e da quel momento è cominciato tutto», spiega Madotto, che non ha solo portato avanti e sviluppato il suo stand, ma è diventato anche un punto di riferimento per il comparto degli ambulanti, in seno alla Confcommercio provinciale, regionale e nazionale, e ha contribuito in modo importante alla crescita dei mercati di Trieste. «Ho creato quello nuovo a Opicina, ho lavorato per l’ampliamento di quello di Borgo San Sergio e per la nuova sede di Muggia: dagli anni ’90 è stato un impegno costante, condotto sempre con grande entusiasmo, anche nell’intento di dare una mano a chi voleva intraprendere la mia stessa strada».
La moglie, formalmente, è già in pensione, così come lo è lo stesso Lino. Ma la chiusura vera e propria è fissata a ottobre proprio per ultimare le vendite necessarie ad archiviare l’attività: «I nostri figli hanno lavorato un po’ con noi ma poi hanno scelto strade diverse, com’è giusto che sia, hanno inseguito i loro sogni. Quindi non ci sarà nessun passaggio di testimone. Io e Cristina chiuderemo semplicemente l’attività», ricorda ancora Lino: «Io e lei ci conosciamo fin da bimbi, abbiamo fatto le scuole insieme a Santa Croce, e poi abbiamo condiviso un altro lungo percorso insieme. Per noi è stata un’esperienza davvero stupenda».
Un’esperienza «fonte di gioia e soddisfazione, soprattutto per il fatto di poter stare a contatto con la gente. Ho sempre pensato, peraltro, che la nostra fosse una postazione migliore rispetto a un negozio fisso. Abbiamo avuto la possibilità di cambiare piazza cinque volte a settimana, di stare a stretto contatto con i cittadini in diverse zone della città. E, anche se la nostra rivendita era sempre all’aperto, con qualsiasi condizione meteo, ciò non mi è mai pesato». Gli anni ’90, secondo la coppia, sono stati i migliori dal punto di vista degli affari, ma, più in generale, «siamo sempre stati contenti di aver fatto questa scelta».
Dopo decenni vissuti nel commercio ambulante a Madotto mancherà soprattutto «il dialogo costante con le persone, gli incontri abituali, le chiacchiere. Il 90% dei nostri clienti sono affezionati da sempre, sono ormai amici. E si dicono già dispiaciuti perché non ci saremo più, perché il mercato è una realtà che avvicina, che permette momenti di condivisone e socialità che si stanno perdendo». Nel tempo intere generazioni hanno acquistato scarpe da Lino: «I ragazzi di un tempo diventati genitori e nonni sono sempre tornati. È un qualcosa di speciale, che non si può dimenticare».
Ancora per un paio di mesi dunque Lino e Cristina saranno al loro posto, con il consueto mezzo al seguito, nei soliti mercati della città: «Sarà anche l’occasione per salutare tutti, prima della chiusura definitiva in autunno, anche se siamo consapevoli che continueremo a incontrare, anche da pensionati, tante di quelle persone con le quali prima ci ritrovavamo al mercato. Trieste è piccola e sarà facile non perdersi di vista, continuando così a mantenere quei legami che sono stati parte del nostro lavoro e della storia della nostra attività e della nostra vita»