Trieste, per il tram dal 2016 sono stati spesi 2 milioni. Dipiazza: «Alla ripresa nessuna inaugurazione»
foto da Quotidiani locali
TRIESTE Martedì sono sei anni esatti. Era il 16 agosto 2016, il giorno dello scontro frontale tra la vettura 405, che stava salendo verso Opicina, e la 404, che scendeva verso la città. Da allora il Tram di Opicina è fermo, e per i lavori sono stati spesi già 2 milioni di euro, come spiega il responsabile unico del procedimento, ingegner Luigi Fantini.
Per la riattivazione della linea ormai sembra davvero solo questione di tempo. Quanto? Ecco, al momento sbilanciarsi è dura e a non voler delineare delle previsioni sulla ripartenza del servizio è in primis l’amministrazione comunale.
Troppi gli imprevisti, le complicazioni tecniche e le lungaggini burocratiche che hanno costellato questi sei anni, nei quali non sono mancate le polemiche a livello politico e neppure gli strascichi giudiziari, dal processo penale concluso in primo grado con la condanna di uno dei due conducenti alla causa per diffamazione intentata da un dirigente dell’Ustif contro il sindaco Roberto Dipiazza, poi assolto. Ed è lo stesso primo cittadino a invitare alla prudenza, pur rivendicando che l’amministrazione comunale ha fatto la propria parte e che la palla a breve passerà proprio nel campo dell’Ustif, o meglio, dell’Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali) l’ente al quale sono stati accorpati gli Uffici speciali trasporti a impianti fissi.
«Per la ripartenza del tram direi che siamo arrivati ormai al 95% dell’iter – premette Dipiazza –. Gli interventi più importanti, quelli chiesti dall’Ustif, sono stati completati. Restano alcuni lavori, in parte già avviati, i muretti delle scarpate e i semafori, che saranno ultimati senza problemi. Nelle prossime settimane, quando sarà stata completata la documentazione che dovrà comprovare che i lavori sono stati eseguiti a regola d’arte, la pratica andrà nelle mani dell’Ansfisa che dovrà valutare la documentazione e fissare il sopralluogo decisivo per il via libera finale. Sarà l’ultimo scoglio».
«Negli anni scorsi – ricorda il sindaco – sono stato anche querelato per aver espresso delle critiche, ma non voglio dare la colpa all’Ustif per la lunghezza della trafila. Credo che sia normale che gli enti preposti esercitino una forma di ipercontrollo nel garantire la sicurezza di una linea tranviaria o ferroviaria, tanto più a fronte di un incidente grave come quello accaduto sei anni fa. Un miracolo che non ci sia scappato il morto. E in passato c’erano stati anche altri incidenti. Sappiamo tutti che quella linea ha sempre avuto problemi, già all’inizio del secolo scorso. E infatti non faremo alcuna inaugurazione quando ripartirà. Non vedo motivi per festeggiare. A proposito di incidenti, l’altra settimana c’è stato lo scontro tra un’auto e una carrozza durante i test sui binari. Ecco, quando sarà arrivato il placet per la ripartenza dovremo avviare una campagna di comunicazione per avvertire gli automobilisti, esortandoli a fare attenzione dopo sei anni in cui si sono abituati a non veder circolare il tram».
Dipiazza non nasconde l’amarezza per le polemiche, anche recenti, legate al perdurante stop della linea. «D’accordo, sono il sindaco, ma ho subito critiche ingiuste da chi ha cercato di addossarmi delle colpe che credo di non avere – afferma –. Vorrei che i cittadini capissero che si è trattato di una trafila estremamente complessa dal punto di vista tecnico e burocratico. E il problema parte da lontano. Già vent’anni fa avevamo investito qualcosa come 7 milioni e mezzo di euro sul tram, che era in pessime condizioni. Penso sia in assoluto l’infrastruttura che mi ha dato più pensieri durante i miei mandati da sindaco. Ci sono state opere da più di 200 milioni come la Grande viabilità che sono state completate senza tanti problemi. Del resto, abbiamo dovuto adeguare a normative e standard tecnologici contemporanei un tram che è stato concepito più di un secolo fa».
Quanto al valore aggiunto che potrebbe rappresentare sotto il profilo turistico Dipiazza non mostra particolare ottimismo: «Non mi faccio grandi illusioni su quanti saranno i cittadini triestini e i turisti che lo useranno. Siamo sicuri che sia davvero una grande attrazione? Speriamo...