Caso New Financial Technology, Christian Visentin dietro altri due schemi Ponzi: i “crac” di Onecoin e Dexcar
TREVISO. Uno è un crac planetario clamoroso, un buco stimato in quattro miliardi di dollari, con l’ideatrice, la bulgara Ruja Ignatova, sparita nel nulla e finita nei primi dieci nomi della lista dei most wanted dall’Fbi, i più ricercati.
L’altra è una vicenda decisamente più nostrana ma molto simile: alla base della proposta di investimento non c’erano criptovalute, bensì un sistema di noleggio auto a prezzi stracciati. Hanno due cose in comune, queste vicende.
La prima: soldi spariti e denunce per truffa “piramidale” nel più classico schema Ponzi.
La seconda: il nome di Christian Visentin che compare in entrambe come promotore, tessitore, affabulatore qui a Nordest.
Le segnalazioni
Premessa doverosa: Visentin non risulta indagato, lo è solamente per la vicenda della New Financial Technology esplosa un paio di settimane fa. “Pinnata”, come nelle chat Telegram, la doverosa presunzione di innocenza, abbiamo raccolto diverse testimonianze circostanziate e dettagliate di come Visentin abbia operato nella Marca, ma non solo, sia per diffondere il progetto Dexcar, sia per presentare a potenziali investitori le magnifiche sorti di Onecoin.
Col senno di poi, sembra una sorta di rincorsa e fase di studio prima di mettersi in proprio con il progetto Nft e il suo magico software di arbitraggio sulle criptovalute capace di promettere rendimenti garantiti del 10% al mese.
Auto a costo zero
«Io sono entrata in Dexcar dopo di lui, ma mi ricordo che quando saltava fuori il nome di Visentin, erano in tantissimi con il dente avvelenato». Spoiler: alla fine si è rivelata una truffa che ha coinvolto circa 23 mila persone in Italia, lasciando un buco da una decina di milioni di euro.
Quando è partita, nel 2014, sembrava un modo nuovo di gestire il noleggio auto a lungo termine. Dexcar proponeva due formule: una di noleggio classico, poi un’altra, innovativa, che prevedeva di entrare a far parte della “community”.
Per avere l’auto era necessario sottoscrivere una quota di ingresso (andava da poche centinaia di euro a quasi duemila) a seconda del piano scelto, e poi scalare i tre livelli, chiamati “tavoli”, in cui era divisa la community. Come? Coinvolgendo altre persone: prima 14, poi 44. Schema a piramide, classico.
La promozione
A proporre incontri tra il 2015 e il 2016 qui sul territorio (Treviso, Padova, Belluno) per coinvolgere persone nel progetto Dexcar è stato proprio Christian Visentin. «L’auto? Io non l’ho mai vista, ci ho solo rimesso 360 euro io e altrettanti mia figlia», racconta un concessionario trevigiano, tra l’altro sanzionato dal Garante per la concorrenza e il mercato per aver “sponsorizzato” Dexcar sui propri flag pubblicitari, «contribuendo alla diffusione del sistema piramidale attraverso l’organizzazione di eventi a ciò dedicati presso una struttura alberghiera di Treviso, sostenendo i relativi oneri economici», ha scritto il Garante.
«Errore mio», dice oggi il concessionario, che non ricorda però di aver interagito direttamente con Visentin.
Lo ricorda eccome, invece, un’altra imprenditrice nel settore del noleggio, a cavallo tra le province di Treviso e Venezia: «Sul caso Dexcar ho fatto denuncia in Procura un anno fa, ci ho perso tremila euro. Ogni volta che usciva il nome di Visentin, spuntavano fuori collaboratori col dente avvelenato per soldi che gli avevano dato senza poi vedere la macchina».
Sa che adesso vive a Dubai? «Ah sì? Beh, spero si sia fatto un bel lifting, perché credo siano in tanti a cercarlo».
Il passaggio alle cripto
«Non pagare le tasse facendo appello alla Costituzione è possibile, ma nessuno ne parla», è un video che Visentin condivideva sui propri canali social. Un altro si intitola «Preghiera per guadagnare molti soldi».
Probabilmente non ha funzionato, e allora Visentin, dopo che nel 2016 il progetto Dexcar è collassato con tanto di indagine della Guardia di finanza e denuncia per i due fratelli astigiani al vertice della società, ha deciso di puntare ad altro. A una delle sue passioni, le criptovalute.
«È sempre stato molto bravo nell’informatica e nel marketing, ci ho lavorato assieme – ci racconta un consulente finanziario che lavora nell’hinterland del capoluogo – trovo strano che ora abbia fatto sciocchezze, con la New Financial Technology».
Promuoveva anche Onecoin, in passato? «Sì, informava le persone sul progetto, di persona o con incontri a Silea. Mi ricordo che già all’epoca parlava di arbitraggio e del sistema Arbistar». Vicenda grigia anche quella di Arbistar, partita dalla Spagna e finita con siti oscurati e investimenti congelati.
Onecoin
Poi, appunto, Onecoin, il grande sogno della “cryptoqueen” Ruja Ignatova. «Visentin aveva un negozio di informatica, gli portavo le cartucce per le stampanti – ci racconta un imprenditore di Cappella Maggiore – si occupava di promuovere Onecoin, sono andato a una serata di presentazione qui in zona, organizzata da lui».
Anche con Mauro Rizzato, che a sua volta sui social condivideva video di presentazione di Onecoin? «Non lo so, conosco di persona anche lui ma non so se fosse direttamente coinvolto come Visentin».
Conferme arrivano anche da un consulente finanziario del Coneglianese: «Facevano serate di presentazione Visentin e Rizzato per Onecoin, ci ho messo un “chippino” anch’io nel 2015, la spacciavano come la criptovaluta che avrebbe dovuto soppiantare il Bitcoin. Non so che ruolo preciso o che grado ufficiale o meno avesse Visentin, ma quando si parlava di Onecoin fra Treviso, Conegliano e Pordenone era lui a metterci la faccia».
Il castello planetario e miliardario è poi crollato, rivelandosi uno schema Ponzi. Il resto è nelle cronache recenti di Nft: ancora schemi piramidali, arbitraggio, criptovalute. Coincidenze o continuità dolosa, saranno le indagini a stabilirlo.