Antoniazzi deve versarle 3 milioni, ma Asm Pavia recupera solo le briciole del maxi furto
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L’azienda: «Bene la sentenza della Corte dei conti sul danno di immagine». Ma a 4 anni dalla condanna penale l’ex consulente ha risarcito somme esigue
PAVIA. Dopo la condanna anche davanti alla Corte dei conti dell’ex consulente Pietro Antoniazzi e dell’ex consigliere di amministrazione Luca Filippi, l’Asm «esprime soddisfazione per l’esito del giudizio erariale». Il milione e 146mila euro che Antoniazzi dovrebbe versare all’azienda per danno di immagine si aggiunge al milione e 500mila euro che lo stesso è stato condannato a pagare in sede penale (più 328mila in solido con Filippi) per la sottrazione di oltre 1,8 milioni di euro dalle casse dell’Asm.
Si tratta ora di capire quanto di queste somme la ex municipalizzata riuscirà effettivamente a recuperare. Nel comunicato Asm spiega infatti che «procederà a nuove verifiche patrimoniali, ulteriori rispetto a quelle periodicamente espletate, al fine di procedere con l’integrazione degli importi degli atti di precetto già notificati sulla base dei risarcimenti disposti in sede penale e con l’avvio di ulteriori azioni di esecuzione forzata nei confronti del sig. Antoniazzi, pur se quelle precedentemente instaurate si sono concluse con il recupero di importi di non particolare rilevanza».
In sostanza, finora della somma che Antoniazzi è stato condannato a pagare - con sentenza la penale definitiva per peculato continuato che risale a quasi quattro anni fa - ben poco è rientrato all’azienda. Di conseguenza sembra preannunciarsi piuttosto difficoltoso anche l’incasso di quanto stabilito dalla recentissima sentenza della Corte dei conti.
Dubbi che all’indomani della sentenza aveva espresso anche il sindaco Fabrizio Fracassi (un risarcimento per danno di immagine è stato fissato anche per il Comune, pari a 1,429 milioni, in piccola misura a carico anche di Filippi): «È positivo che sia stato riconosciuto il danno di immagine per il Comune – aveva detto Fracassi – ma purtroppo dubito che riusciremo a recuperare qualcosa della somma indicata nella sentenza».
Tra giudizio penale e contabile, in definitiva, Antoniazzi dovrebbe all’Asm circa 3 milioni di euro. L’ex consulente amministrativo e finanziario è attualmente affidato ai servizi sociali per un’altra condanna (dopo aver scontato quella inflitta al termine del processo penale).
La Corte dei conti ha invece motivato la sentenza con il fatto che la sottrazione dalle casse dell’Asm di 1,8 milioni di euro «ha sicuramente arrecato un vulnus sia all’immagine esterna degli enti danneggiati (per la diminuita considerazione nell’opinione pubblica nei loro confronti), sia all’interno degli stessi (per l’incidenza negativa e la mortificazione delle professionalità che tali fatti producono nelle persone fisiche che vi lavorano fedelmente)».
La richiesta complessiva della procura della Corte dei conti ammontava a 3,3 milioni di euro, ma i giudici hanno affermato il difetto di giurisdizione su Asm Lavori, in quanto società a partecipazione pubblica solo indiretta a differenza di Asm. —